Super Mario Draghi torna in azione per salvare la disastrata periferia. E Antonio Guglielmi, analista di Mediobanca Securities, commenta in un report che l’effetto principale “è che siamo già in area quantitative easing nel momento in cui la Bce annuncia che smetterà di sterilizzare i finanziamenti concessi alla periferia sotto forma di acquisti di titoli di Stato”, dunque è il momento di comprare titoli finanziari orientati a una politica super espansiva.
CHE COSA HA DECISO LA BCE
Ma andiamo con ordine. Il governatore della Bce ieri ha assicurato che i tassi resteranno “per un esteso periodo di tempo” ai livelli attuali, ovvero allo 0,15% quello di rifinanziamento e allo 0,1% quello sui depositi a -0,1%, minimi storici assoluti. E, nel caso fosse necessario, “non è finita qui”. La Bce intende proporre un “pacchetto di nuove misure” per aiutare “l’economia reale, oltre alla riduzione dei tassi – ha detto Draghi – nuove operazioni di rifinanziamento a lungo termine per il sistema bancario (un nuovo Ltro, ndr), un lavoro preparatorio legato all’acquisto di Abs (i titoli cartolarizzati garantiti da prestiti e mutui che la Bce accetta dalle banche, ndr) e un allungamento dei prestiti a tasso fisso”. Il pacchetto di nuove misure servirà a riportare l’inflazione al 2% gradualmente entro il 2016. Quanto agli Ltro “avranno scadenza settembre 2018. Alle controparti sarà permesso di prestare fino al 7% dell’ammontare totale dei loro impieghi verso il settore privato non finanziario dell’area euro, esclusi i mutui”. Per un ammontare di 400 miliardi di euro. Altri due Ltro saranno condotti a settembre e dicembre 2014. Inoltre da marzo 2015 a marzo 2016 a tutte “le banche sarà consentito di prestare trimestralmente fino a tre volte l’ ammontare dei loro prestiti netti al settore privato non finanziario dell’euro esclusi i mutui”.
LE MIRE DELLA BCE SECONDO MEDIOBANCA
“Il mix di cui sopra è finalizzato a realizzare tre obiettivi: allentamento della politica monetaria con l’estensione del full allotment (cioè la rimozione di ogni limite al rifinanziamento, ndr) fino al 2016, la sospensione della sterilizzazione e il nuovo Ltro. L’Ltro abbasserà inoltre il costo delle banche per i finanziamenti a lungo termine per prestiti concessi a controparti non finanziarie volti a ripristinare la crescita; infine Draghi ha voluto confermare l’apertura a misure non convenzionali che puntano dritto al mercato degli Abs nel prossimo futuro”.
PIU’ LIQUIDITA’ ALLE BANCHE
Draghi ha detto che “non abbiamo ancora finito” alludendo, secondo Mediobanca, “chiaramente al mercato degli Abs che intende rilanciare”. “Ma siamo già in pieno territorio quantitative easing – scrive Guglielmi – dato che la Bce ha deciso di estendere i programmi di rifinanziamento senza limite fino a dicembre 2016 e soprattutto di sospendere la loro sterilizzazione. Da maggio 2010 per ogni euro speso in bond di Stato di Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia, la Bce ha cercato di recuperare un pari importo dalle banche attraverso i depositi fruttiferi. Ogni settimana ha offerto alle banche depositi pari alla quantità di titoli di Stato che aveva a bilancio. Questo sistema drena denaro dai mercati finanziari ma solo temporaneamente, quindi deve essere ripetuto settimanalmente. Mantenendo l’offerta di moneta stabile, la Bce ha affermato che non ha mai fatto quantitative easing finora. Sospendendo tale sterilizzazione la BCE sta in effetti attivando un QE per un ammontare pari a circa 160 miliardi di euro”.
PIU’ PRESTITI ALLE IMPRESE?
Se il meccanismo si ferma, però lo scenario cambia. “Il denaro – prosegue l’analista – rimane nel sistema bancario: la speranza è che le banche con fondi in eccesso presteranno i soldi ad altre banche, cosa che ridurrebbe i tassi di interesse a breve termine. In teoria, se le banche sono in grado di prendere prestiti più a buon mercato dovrebbero erogarne di più a famiglie e imprese. Il rischio è che decidano di prendere meno prestiti dalla Bce anziché erogare di più”.
LE CONCLUSIONI DEL REPORT DI MEDIOBANCA
Draghi, nella visione dell’analista, è riuscito a raggiungere il duplice obiettivo di mantenere le promesse (tagli dei tassi, sterilizzazione e Ltro 3) e mantenere alte le aspettative sugli interventi futuri (ABS). “Difficile credere che i tassi di deposito negativi stimoleranno la crescita dei prestiti – spiega Guglielmi – Tuttavia l’esperienza danese con tassi negativi suggerisce che sarà possibile una qualche svalutazione monetaria. L’Ltro rappresenta la notizie più importante per noi, particolarmente rilevante per i titoli finanziari della periferia. Facendo i conti della serva, se la metà dei 400 miliardi promessi sono destinati a Spagna e Italia, con il costo del funding a 10 punti base e un tasso di interesse sui prestiti alle imprese del 5% aggiustato dell’1% includendo il rischio, l’impulso ammonterebbe a 8 miliardi lordi, 5 netti. Con un p/e di 10 questo equivale a una capitalizzazione di mercato di 50 miliardi, il 15% di quella delle banche italiane e spagnole insieme, con un maggior beneficio per le banche medio-piccole. Le misure di Draghi avranno un impatto immediato sui mercati monetari e ritardato di 3 o 4 trimestri sull’economia reale”. Intanto, la prima reazione c’è stata sullo spread: quello tra Btp decennali e omologhi tedeschi ha chiuso a 153 punti dopo aver toccato un minimo a 145. Il differenziale Bonos/bund ha segnato invece 142,5 punti a fine seduta.
SU QUALI BANCHE PUNTARE
“Le banche dovrebbero essere propense a espandere i prestiti alle pmi non solo sulla base della convenienza – conclude il report di Mediobanca Securities – ma anche in vista del futuro sviluppo di Abs con la Bce come market maker. Noi manteniamo la nostra positiva posizione sulla periferia e ribadiamo la nostra preferenza per i titoli finanziari orientati al qe, ovvero suggeriamo di andare lunghi su Unicredit, Ubi, Natixis, Commerz Bank, Zurich e corti su Deutsche bank, Barclays, Danske, Lloyd’s e Munich Re”.