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Ecco le chiavi per capire le strane elezioni presidenziali in Siria

Come sostiene Anna Momigliano, autrice del libro Il Macellaio di Damasco, “soltanto qualche mese fa Bashar al-Assad pareva un leader messo all’angolo, in attesa, com’era, di un’azione militare americana in risposta al suo attacco chimico del 21 agosto. Adesso il regime siriano ostenta sicurezza … Il presidente siriano è convinto di avere il coltello dalla parte del manico – e potrebbe non sbagliarsi”.

LA LEGITTIMITÀ DI ASSAD

Oggi si svolgono le elezioni presidenziali in Siria e nonostante la comunità internazionali le considera una farsa, il governo va avanti. Leader mondiali e oppositori hanno messo in dubbio la legittimità di Assad per governare, ma il presidente spera di rinnovare il mandato.

IL VOTO ALL’ESTERO

Circa 16 milioni di siriani votano in 9601 seggi. Ma secondo il governo si potrà votare soltanto nelle zone controllate dal governo per “questioni di sicurezza. Non si può pensare al voto quando ci sono combattimenti fuori dalla porta di casa”. L’amministrazione di Assad ha rassicurato dicendo che “il 70% del territorio siriano è in mano alle autorità”. Certo è che alle elezioni presidenziali in Siria non ci sono stati gli osservatori dell’Unione europea o degli Stati Uniti. Il viceministro degli esteri siriano ha detto alla Cnn che “altri Paesi” sono stati presenti, senza specificare di quali si tratta.

CANDIDATI SOSPETTI

Erano decade che in Siria alle elezioni non si presentava più di un candidato. Questa volta ci sono tre: oltre al presidente Assad, che vuole rinnovare il mandato fino al 2021, ci sono Hassan Nouri e Maher Hajjar.

Hassan Nouri è un imprenditore laureato all’Università di Wisconsin ed è stato ministro dello Sviluppo di Assad. Secondo la Cnn, il tema centrale del suo programma è l’economia, non la sicurezza nazionale.

In un’intervista del quotidiano The Sunday Times ha insinuato che come presidente darebbe la guida dell’esercito ad Assad.

Di Maher Hajjar si sa poco. È un parlamentare di Aleppo e leader del Partito per la volontà del popolo. Alcuni oppositori ci tengono a ricordare che tempo fa ha scritto un articolo con il titolo: “Bashar o più nessuno”.

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