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Ecco quanto il Palazzo ama i giornali di carta

Il castello dell’editoria di carta non crollerà, tranquilli. I Palazzi hanno a cuore le sorti della stampa libera e indipendente, ci mancherebbe. E così il Parlamento ha raddrizzato una renzata del presidente del Consiglio.

Il premier Matteo Renzi, con la sua consueta baldanzosità, nella ormai famosa conferenza stampa pirotecnica in cui annunciò il varo del decreto contenente tra l’altro il bonus degli 80 euro, aveva orgogliosamente indicato fra le coperture finanziarie anche la cancellazione dell’anacronistico obbligo di pubblicare bandi e avvisi di gara da parte di Stato, regioni, enti locali e pubbliche amministrazioni (per numeri, dettagli e indiscrezioni ecco una ricostruzione di Edoardo Petti per Formiche.net sul regalo di Stato all’editoria di carta).

Poffarbacco, una genialata riformatrice quella di Renzi: far risparmiare sia lo Stato che le aziende vincitrici delle gare che sovente devono pagare al posto delle stazioni appaltanti il costo della pubblicazione degli avvisi sui giornali.

La trovata del governo Renzi faceva risparmiare allo Stato circa 120 milioni di euro. Certo, gli editori della stampa scritta non erano molto contenti, qualche direttore di testata aveva pure vibratamente protestato, un politico in particolare (Michele Emiliano del Pd) aveva invitato pubblicamente Renzi a ripensarci, un’analisi del Sole 24 Ore aveva sminuito la portata innovatrice della misura e qualcuno in Confindustria erano rimasto basito.

Ma evidentemente i parlamentari hanno tanto a cuore i giornali e prima nelle commissioni e poi in aula ieri, in occasione della conversione in legge del decreto sul bonus Irpef, hanno rottamato la renzata e ristabilito l’obbligatorietà della pubblicazione di bandi e gare. Ecco come il Sole 24 Ore ha dato notizia della marcia indietro del Parlamento rispetto alle intenzioni del governo: “Una boccata di ossigeno per i conti dei giornali “di carta”. Tra le modifiche al Dl Irpef che hanno incassato il via libera in commissione c’è infatti il rinvio al 1° gennaio 2016 dell’obbligo della pubblicazione esclusivamente on line degli avvisi e bandi di gara delle stazioni appaltanti della Pubblica amministrazione”.

2016 o calende greche?

ECCO LO SPECIALE DI FORMICHE.NET SUL REGALUCCIO DI STATO AI GIORNALI DI CARTA

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