Mentre il gruppo Ppe riunito ad Albufeira in Portogallo cerca di rafforzare i numeri per supportare la candidatura di Junker a Presidente della Commissione europea, il premier Renzi è alle prese, oltre che con l’apertura di Grillo e il Patto del Nazareno, con le trattative in seno al Gruppo S&D per il gioco degli incastri a Bruxelles.
Ma vediamo quali sono i nomi italiani in pole position. Negli ultimi giorni ha preso quota la candidatura di Enrico Letta come presidente del Consiglio dell’Unione europea, carica di riconosciuto prestigio ma, come più volte sottolineato, priva di poteri concreti. E’ sicuramente un qualcosa in più per l’Italia, ma il premier Renzi dovrebbe affiancare questo possibile risultato a un “portafoglio di peso” in Commissione europea e a un incarico di peso in Parlamento europeo. Già all’indomani delle elezioni europee, lo scenario di una possibile corsa di Paolo De Castro come Commissario europeo, era emerso come scritto da Formiche.net il 29 maggio, in virtù del credito europeo che aveva conquistato nella legislatura passata, come presidente della Commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale dell’Europarlamento.
In questi giorni le voci sulla possibile corsa si sono moltiplicate. Ma andiamo all’assetto in Palamento europeo dove il PD, come primo partito all’interno del Gruppo S&D, deve assolutamente ottenere un posto al sole, diversamente sarebbe una sconfitta per Renzi e i negoziatori italiani in seno al Pd.
Ma su quale nome sta puntando la delegazione del PD all’Europarlamento ? Voci di corridoio dicono che oltre al “veterano“ e apprezzato Gianni Pittella, già primo Vice Presidente del PE nella passata legislatura, si stia facendo avanti Roberto Gualtieri, meno conosciuto e con meno esperienza negli ambienti europei del collega Pittella.
Ma gli “stranieri” sono particolarmente abili nello sfruttare le nostre spaccature a loro beneficio, con il rischio di rimanere vittime dell’incapacità di essere uniti, fanno notare diversi europarlamentari italiani. Inoltre già all’Europarlamento la situazione è problematica perché ci sono 2 “illustri Signori” da sistemare, e cioè Schulz e Verhofstadt come sottolineato da Formiche.net il 14 giugno. Dunque – è l’auspicio di molti italiani fra Strasburgo e Bruxelles – cerchiamo quindi di essere compatti e di non rimanere con un “bicchiere semi pieno in mano”.