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Fincantieri, ecco perché la privatizzazione non ha fatto scintille

Che cosa è successo all’Ipo di Fincantieri? Come mai non è stato un successone? Eppure, come ha notato Corrado Chiominto, il governo aveva rimarcato un ottimo riscontro nel corso del road show all’estero tra gli investitori istituzionali sul gruppo in via di privatizzazione.

Ecco numeri, novità e analisi.

IL RETAIL SBANCA

Finiranno soprattutto nelle mani dei risparmiatori le azioni di Fincantieri che saranno collocate a Piazza Affari a partire da giovedì prossimo. Al pubblico retail, secondo quanto precisato nell’avviso integrativo dell’operazione diffuso stamattina, non andrà come inizialmente previsto il 20% ma l’89,05%, mentre agli investitori istituzionali finirà solo il 10,95% dell’Offerta. Si ribaltano quindi le proporzioni i iniziali dopo che la fredda accoglienza del mercato aveva costretto Fincantieri a tagliare di un terzo l’offerta.

I NUMERI

Fincantieri ha infatti chiuso l’offerta globale con il collocamento di 450 milioni di azioni contro le 703.980.000 massime previste. Il prezzo d’offerta è stato fissato a 78 centesimi di euro per azione (prezzo minimo della forchetta che arrivava a 1 euro) per un controvalore complessivo di 351 milioni, esclusa l’opzione di overallotment (50 milioni di azioni ulteriori messe a disposizione dall’azionista venditore Fintecna) e al lordo di commissioni e spese.

LA CAPITALIZZAZIONE

La capitalizzazione della società sarà quindi pari a circa 1,32 miliardi, calcolata sulla base del prezzo di offerta. La data di inizio delle negoziazioni delle azioni ordinarie è prevista per giovedì 3 luglio, subordinatamente al relativo provvedimento da parte di Borsa Italiana. Per lo stesso giorno è fissato il pagamento delle azioni.

I MOTIVI DELLA FREDDEZZA DEGLI ISTITUZIONALI SECONDO IL SOLE 24 ORE

“Per chi ha seguito il dossier – ha scritto ieri il Sole 24 Ore – non addebita l’esito non brillante su questo fronte alla mancata distribuzione di dividendi per tre anni, quanto piuttosto alla difficoltà di far digerire l’operazione in breve tempo a investitori poco avvezzi al complesso business (dalla crocieristica al militare, all’off shore, presidiato grazie a Vard acquisita a gennaio 2013) che contraddistigue il gruppo guidato da Giuseppe Bono”.

LA MAPPA DEI FONDI ENTRATI E NO

“Ci sarebbero sì – ha aggiunto Celestina Dominelli del Sole 24 Ore – come da previsioni viste le caratteristiche dell’offerta, investitori di lungo periodo (e pochissimi hedge fund) con assicurazioni e fondi pensione in prima fila, ma ubicati soprattutto tra Italia e Regno Unito”. Sarebbe quindi mancata, scrive il quotidiano il Sole, “una risposta dell’Europa e anche degli Usa, che pure erano stati toccati dal road show, ma che sono rimasti alla porta”.

LE LEZIONI SECONDO MILANO FINANZA

“Dall’esperienza di Fincantieri lo Stato azionista trae due lezioni – hanno scritto Anna Messia e Luisa Leone sul settimanale Milano Finanza – da un lato che i piccoli risparmiatori sembra aver fiducia nelle aziende pubbliche e nel loro futuro. Fincantieri forse anche grazie alla bonus share (un’azione gratis ogni 20 per chi le mantiene almeno 12 mesi) ha sbancato tra i privati. La seconda è che la febbre da Ipo e l’affollamento di collocamenti in Borsa può creare competizione tra le società che decidono di debuttare e quindi sarebbe utile almeno evitare che società di uno stesso azionista, lo Stato, finiscano per farsi concorrenza tra di loro”.



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