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Fisco, le sfide berlusconiane di Renzi

Mago Matteo. Giamburrasca Renzi, Calamita Renzi. Non abbiamo lesinato ironie seguendo le evoluzioni comunicative e politiche del premier e segretario del Pd. Ma senza mai sottovalutare, anzi, la portata delle innovazioni – spesso, ma non solo, mediatiche – e chiedendoci al contempo: che farebbe il centrodestra, se ce ne fosse uno? O meglio: se il renzismo (un berlusconismo di sinistra, secondo la definizione coniata oggi da Piero Ostellino sul Corriere della Sera) produrrà tutto o quasi sta promettendo o annunciando, che cosa resterà da realizzare al centrodestra del futuro?

Domanda sciocca? Forse. Eppure, berlusconianamente, seguiamo gli slogan renziani e i loro effetti (veri o potenziali). Allora: Formiche.net ha più volte e sotto più aspetti analizzato e talvolta criticato portata e obiettivi del bonus Irpef di 80 euro al mese. Ma l’effetto c’è stato. Si cianciava da tempo di un taglio fiscale delle buste paga? Ebbene, il governo Renzi l’ha realizzato. Può piacere o no, si possono rilevare che i lavoratori autonomi o gli incapienti sono rimasti esclusi, si deve discutere sulla incerta copertura finanziaria a regime, ma più soldi in busta paga ci sono stati. Uno a zero, palla al centro.

Certo, si può rammentare che da luglio aumenta l’aliquota sui conti correnti e sulle cosiddette rendite finanziarie. Ma è una misura posta a servizio della copertura del (mini) taglio dell’Irap. Così com’è in corso d’opera il taglio delle bollette energetiche per le imprese, anche se l’ufficio studio degli Artigiani di Mestre dubita dei reali benefici per le pmi.

Stessa solfa sta avvenendo per un’altra accelerazione renziana. Mentre intellettuali e opinionisti politici si scervellano ad analizzare le proposte di legge elettorale, la nuova versione del Senato elettivo e la questione controversa dell’immunità per i senatori, chi non è un intellettuale è sedotto piuttosto dall’idea del 730 precompilato che riceverà a casa dal prossimo anno, secondo i progetti annunciati da Renzi e spiegati in una recente conferenza stampa dai ministri Maria Elena Boschi e Marianna Madia (le vestali del nuovo corso renziano, il ministro dell’Economia e delle Finanze Piercarlo Padoan non c’era, solo un caso per un annuncio del genere che riguarda in tutto e per tutto il fisco?).

Forse si sbaglierà a ricordare, ma l’idea che il calcolo delle imposte da pagare per i cittadini potesse e dovesse essere fatto dallo Stato per conto dei contribuenti persone fisiche era una delle idee forti del primo Berlusconi. Vero? Comunque sia, l’idea interessa più dell’Italicum o di come sarà, o non sarà, il nuovo Senato.

Per carità, i timori non mancano e i pericoli sono in agguato. Dal rischio cartelle pazze a iosa, evocate ad esempio su Twitter dal giornalista di Panorama Marco Cobianchi, alle critiche sull’impossibilita di deduzione di alcune spese sanitarie, come denunciato sul suo blog dal vicedirettore del Giornale, Nicola Porro, al quale ha risposto ieri sera con un tweet il premier Matteo Renzi, assicurando di essere meno pessimista di Porro e annunciando di aver spedito ai tecnici al lavoro sul provvedimento i rilievi del giornalista del Giornale e conduttore tv di Virus.

Ovviamente le critiche sono salutari, i rilievi benedetti e un sano scetticismo è il benvenuto. Ma queste parole di Alessandro Solidoro, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Milano, fanno riflettere: “Con il 730 precompilato è lo Stato a dover effettuare un adempimento e il fatto che si sia dato una tempistica serrata per portarlo a termine lascia pensare che sia in grado di rispettarla. E, anche in caso contrario, stavolta l’incertezza che si crea con le proroghe dell’ultima ora non ricadrà su di noi”.

Gli addetti ai lavori si stanno già dividendo su diverse questioni di dettaglio (la responsabilità di Caf o commercialisti nel contestare i calcoli dell’Agenzia delle Entrate, ad esempio) ma si tende a sottovalutare la portata politica e mediatica: è, o non è, un’innovazione dirompente il 730 precompilato che riceveranno a casa 30 milioni di dipendenti e pensionati?

La domanda forse è troppo renziana, ma la risposta non può non essere berlusconiana…

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