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Gli emendamenti al decreto Art bonus dell’ex ministro Bray

La creazione di percorsi di valorizzazione dei siti patrimonio dell’umanità e la creazione di un apposito Fondo per il rafforzamento della posizione italiana nell’Unesco. È questo, in sintesi, il contenuto di uno degli emendamenti dell’ex ministro per i Beni e le attività culturali Massimo Bray, oggi deputato Pd in commissione Esteri alla Camera, presentati al decreto Cultura e turismo. Mercoledì sera le due commissioni competenti, Cultura e Attività produttive, hanno infatti iniziato l’esame dei circa 750 emendamenti presentati in totale.

Nello specifico Bray, attraverso l’inserimento di un articolo ad hoc, il 4-bis su “disposizioni urgenti per il rafforzamento della posizione italiana in ambito Unesco nonché la progettazione e lo sviluppo degli itinerari turistici nei siti e negli elementi Unesco italiani”, vorrebbe uno stanziamento di ben 3 milioni di euro all’anno, per il triennio 2015-2017, in un Fondo da istituire presso il ministero degli Esteri per “iniziative e progetti in ambito Unesco”. 1 milione e 500mila euro servirebbero in tre anni proprio per la creazione di percorsi di valorizzazione dei siti Unesco.

Mentre gli altri verrebbero in parte assegnati a centri di ricerca specializzati, consorzi universitari, soggetti pubblici competenti per materia, “a cui è affidato anche il compito di supportare le comunità locali nella predisposizione delle candidature nelle liste e nei programmi dell’Unesco”; e in parte utilizzati “per sostenere la candidatura italiana nel Comitato esecutivo della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale intangibile dell’Unesco per il periodo 2014-2018 e potenziare la presenza permanente dell’Italia presso l’Unesco”, attraverso la nomina di uno o più esperti.

Tra gli altri emendamenti dell’ex ministro, uno mira, nell’ambito del piano straordinario della mobilità turistica previsto dall’articolo 11 del dl, all’abbattimento delle barriere architettoniche attraverso la creazione di un Fondo del Mibac di 2 milioni per il 2014 e di 4 all’anno per il biennio 2015-2016, con una parte delle coperture provenienti dal Mef e una parte con un incremento di 50 centesimi dei biglietti di ingresso “nei luoghi e negli istituti di cultura”. Un altro emendamento allo stesso articolo prevede di dare in gestioni i siti culturali non aperti al pubblico per carenza di personale a cooperative sociali, universitarie, associazioni di volontariato, di promozione sociale e organizzazioni senza scopo di lucro costituite da under 35 o in affidamento alle università con apposite convenzioni.

Diversi emendamenti Bray li ha presentato all’articolo 2, per la realizzazione del Grande progetto Pompei. Tra le proposte dell’ex ministro quella di non permettere al direttore generale, che diventerà commissario straordinario, l’elevazione delle varianti di progetto al 30%. L’ex ministro propone infine l’esclusione per dieci anni alle gare d’appalto pubbliche delle imprese che presenteranno documenti non veritieri, e l’adozione di un piano di gestione dei rischi e di prevenzione della corruzione sempre da parte del direttore generale. NAF


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