Il risanamento ambientale non è una parte del problema produttivo-finanziario del polo siderurgico tarantino: è la soluzione.
Nell’importante dibattito in corso sul futuro dell’Ilva non si deve perdere di vista questo dato: l’applicazione puntuale delle prescrizioni ambientali dell’Aia è il presupposto della prosecuzione dell’attività dell’Ilva e l’unica garanzia per il mantenimento dei posti di lavoro e per il ripristino di un rapporto corretto fra fabbrica e città.
Quel sito industriale avrà un futuro se saprà rinascere come esperienza pilota di una acciaieria tecnologicamente avanzatissima e che adotta i più moderni standard e le migliori soluzioni di tutela ambientale. Su questo punto non sono possibili mediazioni né sconti. Sono certo che il neo-commissario Gnudi è consapevole di questo elemento fondamentale, che rappresenta il nocciolo duro e insostituibile del progetto di rilancio della siderurgia italiana.