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Irak, tutti i nuovi attriti fra Iran e Usa

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Cambio di rotta dell’Iran verso il conflitto iracheno. Nonostante la scorsa settimana Barack Obama e Hassan Rohani, capi di Stato di due Paesi in contrapposizione, sembravano avere uno stesso obiettivo, evitare che l’offensiva militare dei combattenti sunniti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) avessi il meglio sul governo del primo ministro iracheno Nuri al Maliki e sulla stabilità del Paese, oggi la situazione è diversa. Il leader supremo dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, si è detto contrario a “qualsiasi tipo di intervento degli Stati Uniti in Irak”.

MANOVRA POLITICA

Qualsiasi intervento non sono sul piano militare ma anche politico, per sostituire il primo ministro Al Maliki. “Ci opponiamo all’intervento in Irak di Stati Uniti e altri Paese”, ha detto Khamenei. Secondo lui, al governo americano non sono piaciuti i risultati delle elezioni di aprile e per questo “cerca un Irak sotto la sua egemonia, governato da marionette” facili da manipolare.

IL PROGETTO DI OBAMA

Lo scorso giovedì Barack Obama ha risposto alla richiesta di aiuti di Bagdad con l’invio di 300 consiglieri militari e la preparazione di un sostegno aereo contro i ribelli. Per l’amministrazione americana in Irak è necessaria la formazione di un governo più inclusivo; una maniera molto diplomatica di pensare un Irak senza Al Maliki. Il primo ministro iracheno nel 2006 ha fatto un patto tacito con gli Stati Uniti e l’Ira, ma ora è diventata una figura divisiva per le sue politiche settarie e la concentrazione del potere.

NESSUNA ALLEANZA CONTRO ISIS

“I responsabili americani cercano di presentare la situazione come una guerra settaria, ma quello che sta succedendo con l’Iran non è una guerra tra sciiti e sunniti. La principale disputa è tra chi vuole che l’Irak si sommi agli Stati Uniti e chi vuole un Irak indipendente”, ha detto Khamenei. Con queste parole il leader iraniano ha respinto il piano di Washington e le speculazioni di alcuni analisti su un possibile avvicinamento tra i due Paesi per combattere Isis.

Gli attentati degli estremisti di Isis (leggi il ritratto del leader Al Baghdadi) e il controllo su un terzo di Irak hanno sorpreso Stati Uniti e Iran, ma la situazione non è così drammatica da spingere un’alleanza tra i due.

CONFLITTO REGIONALE

Secondo un’analisi della Bbc, l’Iran ha fiducia di potere risolvere il conflitto da solo. Khamenei è convinto che “la nazione, il governo e le autorità religiose in Irak sono capaci di mettere fine alla violenza”. Il problema è il rischio di allargamento degli scontri. Ora non solo sono coinvolti sciiti, sunniti e i curdi, ma c’è un chiaro confronto tra Teheran e Riad, con le diverse frazioni islamiste.

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