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Junker e Schulz fra aspirazioni e trabocchetti

Ore intense di trattative a Bruxelles, dove già da ieri sera i leader dei 28 Paesi Membri della Unione europea stanno cercando di chiudere la partita delle nomine europee.

Ciascun leader “ha messo sul tavolo” il proprio pacchetto di richieste, con l’intenzione di “strappare” qualsiasi concessione possibile, qualora le proprie aspirazioni nazionali o personali non venissero soddisfatte.

Ma partiamo dalle “poltronissime”. Il primo banco di prova, per gli accordi che dovrebbero essere definitivamente chiusi in queste ore, sarà l’elezione del Presidente del Parlamento europeo la prossima settimana a Strasburgo. I bene informati dicono che l’elezione di Jean-Claude Junker a presidente della Commissione europea è strettamente legata alle sorti di Martin Schulz.

Detto in altri termini: se il socialista Schulz non verrà rieletto presidente dell’Europarlamento la prossima settimana a Strasburgo, il popolare Junker non avrà l’appoggio necessario per fare il Presidente della Commissione da parte dei socialisti.

Detta cosi può sembrare un ricatto, ma come già rimarcato da Formiche.net, al “buon” Schulz bisognava trovare una collocazione in Parlamento europeo, perché era chiaro fin dall’inizio che la Merkel non lo avrebbe mai nominato Commissario.

Superata quindi la prova Parlamento della prossima settimana, si dovrebbe procedere nelle settimane successive con la votazione di Junker a Presidente della Commissione europea (sempre che le trattative di oggi non riservino colpi di scena).

Per quanto riguarda l’Italia, negli ultimi giorni abbiamo tanto sentito parlare della candidatura del Ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, per l’incarico di Alto Rappresentante della Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Ma – ci si chiede nei corridoi di Bruxelles e di Strasburgo – siamo sicuri che è questo che vuole davvero il premier Matteo Renzi? Alla luce delle sue “aspirazioni” riguardanti la modifica del Patto di Stabilità, Renzi potrebbe effettivamente ripensarci e mettere sul tavolo la candidatura del ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan, come Commissario per gli affari economici e monetari. Per il momento le uniche pedine posizionate sono state quelle “benedette” dalla Merkel. Ma staremo a vedere.


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