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La capriola di Beppe Grillo

Dopo aver descritto nei “Teatri di Napoli” la concorrenza che nel Seicento si facevano ciarlatani e gesuiti per intrattenere la plebe, Benedetto Croce – citando un episodio riferito dal vescovo protestante Burnet – aggiunge: “Anzi una tradizione vuole che fu proprio al Largo di Castello che quel tale predicatore, abbandonato dai suoi uditori per un Pulcinella, esclamò, mostrando il crocefisso, le famose parole: Qui, qui, ché questo è il vero Pulcinella”.

Beninteso, quando le delegazioni del M5S e del Pd si incontreranno per discutere di riforma elettorale e di riforma del Senato, non ci saranno né ciarlatani né predicatori, ma solo serissimi parlamentari e dirigenti politici. A pensarci bene, tuttavia, il rischio che Beppe Grillo e Matteo Renzi possano calcare la stessa scena immortalata nell’aneddoto del grande filosofo è forte. Una scena, cioè, in cui la ricerca di impossibili complicità si consumi nel gelo di una irriducibile rivalità.

In ogni caso, la giravolta del comico genovese nei confronti del leader dei democratici conferma un’antica verità, ovvero che al tempo del carnevale – della diversità fatta festa in cui ogni follia è lecita – succede sempre il tempo dell’espiazione e della catarsi: quello della quaresima e della settimana santa.



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