Siamo arrivati alla fase finale. I cantori della morte dei partiti hanno predisposto una solenne messa cantata.
Dal 2017 non ci sarà più alcun finanziamento pubblico ad una forza politica ma, nel frattempo, si è per 20 anni detto così male della politica, facendo di tutta l’erba un fascio che, sicuramente, non troveremo un finanziatore che è uno “dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno”.
La storia però è beffarda. Costretti dalla fame e dalla disperazione, i partiti torneranno a trovare la ragione economica di vita nella forma della Prima Repubblica: gli iscritti e il tesseramento.
Con 80.000 iscritti a 10€ l’uno, una piccola forza avrà 800.000€ l’anno che potranno servire per vivere in dignitosa povertà. Stesso discorso dicasi per le grandi forze politiche.
Dopo aver visto plotoni di esecuzione, la dea bendata offre, a chi voglia fare politica in modo pulito, un ritorno alle origini.
Non è un caso se Berlusconi, che ha demonizzato per 20 anni le tessere, fa parlare ora di tesseramento.