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La lezione politica da trarre dall’affaraccio del Mose

Le indagini per corruzione relativa alla costruzione del Mose di Venezia hanno fatto emergere una situazione drammatica in un momento nel quale il nostro paese sta iniziando a rialzare la testa e a recuperare credibilità internazionale grazie agli sforzi del premier Matteo Renzi e dell’intero Governo per attrarre investimenti esteri.

Questi fatti sono il segno che, nonostante i tentativi di cambiamento, il sistema Italia è un sistema nel quale lavorare, per le imprese oneste, è molto difficile. Fare grandi opere pubbliche, senza nessun fenomeno di corruzione, è possibile; opere fatte a Roma per il Giubileo e la metropolitana di Napoli sono esempi importanti di lavori realizzati senza una sola inchiesta giudiziaria.

La necessità principale è quella di istituire delle regole chiare; il modus operandi nel caso del Mose, nel quale i lavori sono stati dati in concessione diretta ad imprese che poi le hanno gestite autonomamente, era una specie di istigazione a delinquere. E’ doloroso vedere come quest’opera ingegneristica, guardata con interesse da tutto il mondo, un’eccellenza della tecnologia italiana, ne esce delegittimata.

La corruzione è un cancro che deve essere estirpato perché impedisce la ripresa e la crescita di questo Paese.



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