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Mauro, Mineo e Chiti. Benvenuti alle purghette renziane

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RIFORME, A TUTTI I COSTI Il Partito democratico ha rimosso Corradino Mineo dalla Commissione affari costituzionali del Senato, sostituendolo con il capogruppo, Luigi Zanda. Mineo aveva più volte espresso la propria contrarietà a votare la riforma del Senato presentata dal governo (Corriere). Insieme a Mineo allontanato anche Chiti (Repubblica).

Ago della bilancia Il giorno prima anche i Popolari di Casini avevano sostituito Mauro con il capogruppo Romano (Espresso). In Commissione la maggioranza poteva contare su 14 voti, contro i 15 dei contrari, Mineo compreso. Ora la situazione è ribaltata.

Che dice Renzi? Il premier rientrando dal viaggio in estremo oriente ha commentato: “Il paese è a un bivio, non ho preso il 41% per lasciarlo in mano a Mineo. Il Pd non è un taxi dove si sale per farsi eleggere” (Repubblica). Per la Boschi “la decisione è stata presa in modo democratico” (Giornale). Oggi il Consiglio dei ministri.

Strategia L’operazione sarebbe stata studiata insieme a Casini per stanare Forza Italia sulle riforme (Huffpost).

Nuovo centrosinistra Quattordici senatori si sono sospesi in segno di protesta dal gruppo del Pd di Palazzo Madama, e chiedono un confronto nell’assemblea di martedì prossimo (Stampa).
*La fotogallery degli autosospesi (Corriere).
Allarme rosso? Civati avverte che, dopo “l’umiliazione di ieri”, il testo del ministro Boschi potrebbe essere bocciato dall’aula (Ciwati). Ma Casson spiega: “Non vogliamo una rottura” (Unità).


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