Domani i 751 deputati europei riuniti in seduta plenaria a Strasburgo eleggeranno il loro presidente: il mandato è di 2 anni e mezzo, ovvero metà legislatura.
Fino a oggi nell’Europarlamento si sono costituiti 7 gruppi politici, più i “Non Iscritti”.
I candidati alla Presidenza al momento sono 4, ma in base agli accordi fatti tra i due gruppi politici che contano il maggior numero di deputati (221 per il PPE e 191 per S&D), domani assisteremo alla rielezione del Presidente uscente, il tedesco Martin Schulz.
Per quanto riguarda la procedura di voto, a Schulz per essere eletto, servirà la maggioranza assoluta dei voti espressi. Qualora dopo tre turni non sia raggiunta la maggioranza assoluta, basterà la maggioranza semplice al quarto turno.
A conti fatti la somma dei deputati PPE e S&D è pari a 412, quindi tranne “brutte sorprese” quella di domani sarà una elezione annunciata. La conferma di Schulz a Presidente dell’Europarlamento, rientra in un “gioco di incastri” che è stato faticosamente raggiunto dai leader europei, dopo una trattativa durata più di un mese (dal giorno dopo le elezioni fino a oggi).
Infatti trattandosi del primo “pezzettino del puzzle” poltrone, in base agli accordi fatti, i socialisti voteranno Jean-Claude Junker come presidente della Commissione europea, solo se Schulz domani otterrà i voti necessari per diventare Presidente.
Per il momento, i tedeschi si sono assicurati il primo “successo europeo” a svantaggio degli italiani, perché se andiamo a guardare i numeri del PD (primo partito all’interno del Gruppo S&D) il presidente doveva essere italiano.