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Papa Francesco parla italiano

Articolo pubblicato su L’Arena di Verona, Giornale di Vicenza e Brescia Oggi

“La pace non si può comperare”, ha ammonito nella messa celebrata davanti a quarantamila persone ad Amman. Il giorno dopo, al cospetto delle autorità palestinesi a Betlemme, ha augurato a tutti “un felice esodo verso la pace”. E in Israele, visitando il memoriale dell’Olocausto Yad Vashem, s’è chiesto con dolore: “Adamo dove sei? Dove sei uomo? Dove sei finito?”. La tre giorni di Francesco tra Giordania, Stato palestinese e Israele – secondo viaggio internazionale del Papa dopo quello in Brasile nel luglio scorso-, è stata importante non soltanto per quello che il pontefice ha detto, ma anche per come l’ha detto: parlando sempre in italiano. Sia nei discorsi ufficiali, sia nelle omelie popolari. Istituzioni o gente comune, a loro il “vescovo di Roma” s’è diretto con parole scritte, lette, improvvisate in lingua italiana.

UNA SCELTA RILEVANTE

La scelta di Francesco è tanto più rilevante, nell’era dell’inglese globalizzante, perché nell’unico momento in cui il Papa ha riposto un biglietto personale al Muro del Pianto di Gerusalemme, l’ha fatto porgendo tra le pietre la preghiera del Padre Nostro in spagnolo che da bambino aveva imparato dalla mamma in Argentina. Due “vecchi amici” di Buenos Aires, il rabbino Abraham Skorka, e il musulmano Omar Abboud, lo accompagnavano, e con lui si sono abbracciati.

I PICCOLI GESTI DI BERGOGLIO

Piccoli, grandi gesti, dunque, per sottolineare con semplicità la forza dello stare insieme. Ma così come l’abbraccio fra rappresentanti di tre religioni può testimoniare ai più che la pace nel mondo è un traguardo meno lontano di quanto possa sembrare, anche il ricorso alla dolce lingua italiana, resa ancor più soave dalla cadenza sudamericana di Mario Bergoglio, è un gesto importante.-

UNA LINGUA CHE INCANTA

Il valore universale che Francesco attribuisce alla lingua di Dante anche a Roma e da Roma coi messaggi “urbi et orbi” e durante la Via Crucis con oltre settanta Paesi collegati in mondovisione, è la conferma di quanto la “nostra” lingua possa diventare una “lingua che incanta” per tutti, e perché, non a caso, essa oggi sia fra le cinque e a volte quattro più studiate nelle scuole e nelle università del pianeta. Parlando in italiano, l’argentino Francesco rende omaggio alla tradizione della Chiesa, nella quale la bella lingua è lingua di comunicazione, e spalanca una porta sul futuro. Come Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania e perfino il piccolo Portogallo già fanno per le loro lingue, è ora che l’Italia impari dal Papa come si valorizza e si rende ancor più “familiare” l’universale lingua italiana.

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