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Perché c’è sintonia tra Papa Francesco e la comunità di Sant’Egidio

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Antonino D’Anna apparso su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi

Liaison con la comunità di Sant’Egidio. Lo ha sigillato la visita del Papa a quella che viene definita «Onu di Trastevere», tenutasi domenica 15 giugno.

Una visita che non è stata soltanto di cortesia ed amicizia, ma che ha rappresentato un importante riconoscimento e incoraggiamento per il gruppo fondato e guidato da Andrea Riccardi.

LE PAROLE DEL PAPA

Nella Basilica romana di Santa Maria in Trastevere, infatti, Francesco ha osservato come nel mondo moderno occorra «più preghiera e più dialogo», dicendo ai membri di Sant’Egidio: «Il mondo soffoca senza dialogo: per questo anche voi date il vostro contributo per promuovere l’amicizia tra le religioni». E ancora: «In alcuni Paesi che soffrono per la guerra, voi cercate di tenere viva la speranza della pace».

UNA SPERANZA PER IL FUTURO

Un bell’endorsement che lascia ben sperare per il futuro. Non sono pochi, Oltretevere, a ricordare che, almeno fino al papato di Benedetto XVI, Sant’Egidio – grazie al suo ruolo di diplomazia parallela, che le ha permesso di aiutare la Santa Sede e compiere (meritorie) attività solidali nel mondo – ha avuto in gestione un dossier molto delicato della diplomazia vaticana, quello della Cina. Gestione magari è una parola grossa, ma diciamo che la Comunità ha spesso costituito un ponte alternativo e non ufficiale per connettere Roma con Pechino. L’ex Celeste Impero, infatti, dal 1951 non riconosce il Vaticano che considera una potenza straniera e ha espulso tutti i sacerdoti cattolici, colpevoli essere «asserviti» ad un capo di Stato straniero (il Papa); non solo, Pechino rimprovera a Roma di mantenere rapporti diplomatici con Taiwan, che considera una provincia ribelle (va detto però che a Taiwan opera un incaricato d’affari anziché un Nunzio, cioè ambasciatore, per non irritare i cinesi).

CHIESA CATTOLICA E CINA

Risultato: nel 1958 Pechino ha fondato una chiesa parallela ufficiale, l’Associazione Patriottica, e da allora perseguita i circa 10 milioni di cattolici rimasti fedeli al Papa. Tra alti e bassi, il rapporto tra Chiesa cattolica e Cina avrebbe avuto una brusca virata con l’ascesa al soglio pontificio di Joseph Ratzinger, convinto dall’ex Arcivescovo di Hong Kong cardinale Joseph Zen Ze-Kiun ad assumere un atteggiamento meno conciliante verso il governo cinese. Sant’Edigio, quindi, sarebbe rimasta fuori dai giochi e avrebbe dovuto ritirarsi da un terreno che a quanto si dice conoscerebbe abbastanza bene. Così bene da spingere gli americani, nei cablogrammi di Wikileaks, a sottolineare nel 2006 come Sant’Egidio abbia rapporti nel mondo culturale e accademico a loro volta collegati con il potere politico cinese.

L’AUGURIO

Se queste sono le premesse, l’augurio è che Sant’Egidio porti il Papa in Cina. Ma Oltretevere c’è chi nota che i rapporti con questo Pontefice saranno diversi rispetto a quelli avuti con Ratzinger:Jorge Mario Bergoglio ha sensibilità ed esigenze diverse, e non si appoggia ai movimenti come faceva, ad esempio, un altro buon amico di Sant’Egidio oggi divenuto Santo: Giovanni Paolo II.

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