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Perché il centrodestra ora deve tifare Renzi. La versione di Adornato

La sua di Leopolda è targata 2005. Ferdinando Adornato, a quell’epoca parlamentare di Forza Italia, si impegnò per una costituente di centrodestra, per un nuovo partito che potesse rappresentare tutti i moderati italiani e arrivò a un soffio dal traguardo. Ora, deputato UDC, già prima delle Europee ha rilanciato il suo progetto. Il voto gli ha dato ragione – dice – e ora, sulla scia del “big bang” lanciato su Formiche.net, afferma: “Quella che dieci anni fa era un’opzione, oggi è una necessità. Il centrodestra è devastato, ci vuole un nuovo inizio per tutta l’area”.

Onorevole, da dove si comincia per costruire il progetto di un nuovo centrodestra?
Dal fare il tifo per Renzi.

Scusi? Il centrodestra passa dal tifo per Renzi?
Sì, Italy first. Dopo decenni di vicissitudini inconcludenti, adesso Renzi rappresenta l’ultima occasione per il Paese. Per questo, e lo ricordo anche ai miei amici Mario Mauro e Corradino Mineo, non mi pare si possa dire che viviamo sotto la dittatura di chi vuole le riforme, al contrario: da trent’anni siamo oppressi da chi le riforme le blocca. È da questo ragionamento che deve partire il centrodestra. Sia Berlusconi che Alfano dicono che bisogna unire i moderati, ma davvero si può pensare che sia moderato chi oggi lotta contro Renzi, contro l’euro e contro l’Europa, e che possa andare d’accordo con chi invece li appoggia battendosi per una nuova Unione? È soprattutto Forza Italia che deve sciogliere questa ambiguità.

Il patto del Nazareno non basta?
Il dialogo sulle riforme è indispensabile, ma, insisto, nessuno può pensare di mettere insieme la politica della Lega con quella di chi appoggia il governo.

Se lei fosse nei panni di Alfano cosa farebbe?
Direi con chiarezza a Berlusconi: o cambi atteggiamento nei confronti del governo ritornando alla lungimirante adesione alle larghe intese, oppure la frattura tra moderati e no sarà anche con Forza Italia. E allora, in nome di Italy first, alle prossime elezioni sarà legittimo proporre agli italiani la continuità di questa coalizione di governo. La strategia giusta è fare insieme oggi le riforme per potersi dividere e competere domani in un bipolarismo di tipo europeo. Perciò serve costruire un nuovo centrodestra, altrimenti il sistema resta su una gamba sola. Berlusconi deve sapere che se si rifiuta a questo traguardo resterà emarginato all’opposizione per lungo tempo.

Ma così non c’è il rischio che gli elettori scelgano di votare direttamente il PD?
Già oggi molti moderati hanno votato per Renzi: ma non è stata una scelta di campo permanente, bensì la consapevolezza che Renzi rappresenta l’ultima spiaggia. È a questi elettori che bisogna tornare a parlare.

Per il futuro del centrodestra, pensa a una coalizione o a un partito unico?
Non basta riproporre una nuova coalizione dei moderati. Avrebbe un sapore di vecchio, di un remake in bianco e nero della Casa delle Libertà. Ci vuole un nuovo inizio, un nuovo “partito della libertà” che, ripeto, dopo un periodo di collaborazione con il centrosinistra per superare la tempesta, torni a essere competitivo con Renzi. La “coalizione popolare” che, sembra, nascerà al centro può e deve essere uno stimolo in questa direzione.

La Leopolda può essere lo strumento giusto per costruire questo partito?
Il centrodestra deve copiare alla lettera il percorso del Pd e creare un nuovo big bang.

Il metodo di selezione della leadership prevede dunque le primarie secondo lei?
Per fare la Leopolda, ci vuole un Leopoldo, e senza le primarie non nascerà mai.

Visti gli ultimi risultati elettorali, direi che ha gravi difficoltà anche il Centro, l’area che il suo partito intendeva rappresentare…
Il terzismo responsabile – che credo avesse ragione – è stato bocciato dagli italiani che hanno fatto prevalere il terzismo irresponsabile rappresentato dal M5S. Ma la costruzione di un forte partito moderato con un sano bipolarismo tra centrodestra e centrosinistra potrà risollevare strutturalmente un sistema politico devastato.

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