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Perché il Nuovo Centrodestra ora non può non dirsi renziano

Nella fase confusa e piena di incognite del dopo elezioni, Matteo Renzi si afferma sempre di più come il più tenace sostenitore di un grande progetto di rivoluzionario cambiamento, avanzando una idea di Paese chiara e proiettandosi verso la costruzione del Partito della Nazione idea certo seducente e non di sinistra sinistra il cui copyright ė di Francesco Cossiga del 1998.

Si irrobustisce così la stabilità che si consolida forse in modo irreversibile per la legislatura, con il positivo risultato di mettere in sicurezza il Paese attraverso il vasto programma di riforme, il Governo perché la maggioranza al Senato può ampliarsi in tempi brevi in modo consistente, lasciando così il tempo al quadro politico di evolvere per come sarà possibile ed ai partiti di fare autocritica e ripensare al proprio futuro.

Certo la linea del Presidente Berlusconi di spingere per elezioni nel più breve tempo,già considerata improvvida da tanti parlamentari del suo partito va in archivio. E se insistesse ancora, come sa ormai bene,si troverebbe difronte a nuove sorprese e delusioni così come lo preavvertii pubblicamente allorquando si mise in testa che Enrico Letta doveva cadere a tutti i costi e che si sarebbe dovuto votare il 24 novembre 2013.

Ma per una grande fortuna dell’Italia e dei nostri figli al Quirinale c’ė un grande uomo di Stato come Giorgio Napolitano che anche oggi, e lo ringrazio di cuore, al pari di questi mesi tiene dritta la barra dell’interesse superiore e generale degli italiani. Ed infine, ė inutile girarci intorno: il bipolarismo per come lo abbiamo conosciuto penso che non si riprodurrà più per tante ragioni e non solo per la presenza del M5S ma per la situazione in cui di ritrova un centro destra diviso e disarticolato che ha smarrito la sua strada e non propone più un progetto, ne riuscirà nel breve a trovare una sintesi credibile.

Ed anche perché lo stesso concetto di partito della Nazione si pone abilmente oltre i vecchi schemi e costringe tutti a fare i conti con una realtà nuova e diversa. E se nulla sarà più come prima!, così come sono al tramonto i partiti personali o padronali non si potrà più prescindere di valorizzare ed esaltare la partecipazione e la democrazia interna degli stessi se si vuole recuperare insieme al buon governo un minimo di credibilità. Far finta di nulla rinviando approfondite riflessione su questi temi condurrà inesorabilmente al suicidio politico di parte della classe dirigente post prima repubblica.



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