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Perché nessuno può stupirsi se l’Europa mette in mora l’Italia sui debiti della PA

Il 16 febbraio 2011 è stata adottata una nuova direttiva sui ritardi di pagamento (2011/7/UE); i Paesi Membri della UE avevano tempo fino al 16 marzo 2013 per recepirla.

LA DIRETTIVA SUI RITARDI

Siccome è passato più di un anno dalla data ultima fissata dall’Europa, perché c’è chi si meraviglia se la Commissione europea ha messo in mora l’Italia? La direttiva sui ritardi di pagamento è nata perché le imprese, a forza di dover attendere i pagamenti della pubblica amministrazione, fallivano e si perdevano posti di lavoro.

IL LIMITE FISSATO

In Europa ogni anno centinaia di imprese, e prevalentemente PMI, chiudevano perché le amministrazioni pubbliche non pagavano i loro debiti in tempi brevi, arrivando anche a ritardi di più di 200 giorni. I danni provocati da questo “cattivo costume” sono stati tanti e per sconfiggere questa cultura del ritardo, l’Unione Europea ha fissato un limite massimo di 60 giorni per effettuare i pagamenti.
Oggi la Commissione europea ha inviato all’Italia una lettera di messa in mora, primo passo della procedura di infrazione, il Governo italiano ha adesso 2 mesi per rispondere.

LE PAROLE DI TAJANI

Il Vice Presidente della Commissione europea Antonio Tajani ha dichiarato che “l’obiettivo non è sanzionare l’Italia ma far sì che l’Italia paghi i debiti alle imprese che altrimenti chiudono” e quindi ha aggiunto Tajani “Non è una questione di governo ma di gente che perde il lavoro”. Alla luce di queste considerazioni, invece di rimanere sorpresi di fronte all’accaduto, sarebbe auspicabile mettersi al lavoro per rispondere alla messa in mora europea in tempi rapidi.



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