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Renzi e Mose, ecco qual è il vero alto tradimento

Questo commento è stato pubblicato ieri da L’Arena di Verona, Giornale di Vicenza e Brescia Oggi.

Bisognerà che prima o poi Matteo Renzi si metta d’accordo con le sue parole. Il presidente del Consiglio ha trovato una bella espressione per definire un eletto del popolo che ruba al suo popolo (“fosse per me lo indagherei per alto tradimento”). Ha così dimostrato, il giovane premier, d’essere in sintonia con l’indignazione dei cittadini per i trentacinque arresti di Venezia dal sindaco in giù (e in su).

Ma nelle stesse ore, ecco che il governo-Renzi fa dietrofront, chiedendo il rinvio di un mese alla commissione del Senato che sta partorendo un disegno di legge contro la dilagante corruzione ad ognuno dei più alti livelli. L’esecutivo vuole soprassedere per poter presentare un “testo organico” su questioni importanti, ma complesse. Come il falso in bilancio, la prescrizione e il molto altro che agevola non già la ricerca della verità e la punizione dei colpevoli, ma quel sistema cavilloso e impotente che magari butta in cella il tossico senza un bravo avvocato di difesa e manda agli arresti domiciliari, cioè con pantofole e televisore vista Mondiale alle porte, gli accusati d’aver intascato tangenti pagate, oltretutto!, dalla collettività. Così dice non il tifoso del bar sotto casa, ma la Procura con tre anni di indagini.

Il governo guidato da Renzi, che non per caso ha da poco conquistato la fiducia elettorale di un italiano su quattro, dovrebbe capire che ci sono alcuni segnali non rinviabili, qualunque ne sia la motivazione. Ma con la scusa di “fare meglio” con calma, si finisce troppo spesso per non fare niente, ossia per fare peggio.

Eppure, “non rubare” è uno dei comandamenti che proprio tutti, laici e credenti, hanno imparato generazione dopo generazione a rispettare e a tramandare. Che tale comandamento venga violato tanto spesso, e proprio da coloro che dovrebbero attenervisi per dare l’esempio, costituisce, appunto, “alto tradimento”. Ma a un alto traditore, che già beneficia di un sistema penale e di procedura penale da poltrona casalinga per la prossima Italia-Inghilterra, non si può concedere altro tempo. Anche perché, a fronte di queste colossali accuse di ruberia che transitano sulla Milano-Venezia, dall’Expo al Mose, c’è un popolo di gente perbene, di gente che lavora o che purtroppo non lavora che considera “un tradimento” anche il rinvio dell’onestà.

E allora lui che può, lo faccia. Renzi faccia inserire il reato o l’aggravante di alto tradimento per un politico corrotto. Passi dalle leggere parole alle parole che diventano legge.

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