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Renzi, Vendola e le “anguille sul bancone” di Sel

“L’anguilla vince nell’acqua salmastra, perde nell’acqua dolce. Portare lo scontro verso il mare, mi sembra la lezione. Differentemente da quel che si crede, l’anguilla normalmente è un predatore. Poi ci sono le anguille del mercato, sul bancone. Hanno un cartellino ben prezzato, un tanto al chilo. E stasera paiono più di quelle libere. Di misura”. No, non sono le fantasiose rime di un poeta in libertà. E’ il criptico commento affidato a Facebook di Daniele Farina, deputato di Sel, sulla spaccatura avvenuta oggi in Parlamento nel partito di Nichi Vendola. Riavvolgiamo il nastro per capire.

LA LINEA DELL’ASSEMBLEA NAZIONALE

Sabato l’assemblea nazionale di Sel ha confermato a larga maggioranza di voler restare all’opposizione del governo.

QUI LE FOTO DI UMBERTO PIZZI

La strada tracciata è quella di creare una “Syriza” italiana, sulla base della lista L’Altra Europa con Tsipras. Appuntamento al 19 luglio con tutti gli interlocutori per decidere come fare e conferenza programmatica in autunno per Sel: questo il programma mentre Nichi Vendola, dal palco del Centro Congressi Frentani, sabato scorso, ha lanciato la metafora dell’anguilla per chiarire i rapporti con il Pd di Renzi: “Sel sarà un’anguilla, un pesce veloce, che sfugge da chi vuole portarlo indietro o fuori strada, non ci faremo asfaltare dal Pd”.

Una linea che però lascia perplessa una parte del partito capitanata dal capogruppo alla Camera Gennaro Migliore, più favorevole a sostenere il governo e ad avvicinarsi ai lidi renziani. Sabato il dissenso era emerso con dieci astensioni simboliche.

IL POLVERONE SUL DECRETO IRPEF

Oggi il dissenso è esploso in Parlamento sul voto al decreto Irpef.
Sel si è letteralmente spaccata: al termine di una riunione notturna, 17 deputati hanno chiesto e ottenuto di votare sì al decreto sugli 80 euro, in votazione alla Camera. Quindici colleghi hanno scelto di non rispettare la decisione presa dal gruppo e di votare no, scatenando le polemiche. Ecco perché Farina ha ribattezzato “anguille del mercato” i suoi colleghi di partito che a suo dire si sarebbero venduti al governo.

Per placare gli animi, Vendola ha precisato che il voto positivo non è “uno scivolo per progressivamente avvicinarsi all’area di Governo” e che Sel resta all’opposizione. Ma ormai il polverone era scattato, portando Migliore a dimettersi da capogruppo.

EFFETTO RENZI

È l’ennesimo effetto Renzi che sta colpendo uno dopo l’altro tutti i partiti italiani. Sostenere o no il governo? Dialogare o no con il Pd di Renzi? Quesiti che accendono e dividono Ncd, Scelta civica, Popolari per l’Italia e ora anche Sel.

La plateale spaccatura di oggi che segue al passaggio nel Pd di due deputati vendoliani, Michele Ragosta e Ferdinando Aiello, dimostra come il presidente del Consiglio sappia attrarre a sé consensi non solo dei moderati, come hanno dimostrato le Europee, ma anche dalle forze di sinistra. Merito forse della sua “metamorfosi”, raccontata per Formiche.net dal giornalista dell’Unità Francesco Cundari. Sta di fatto che, piaccia o no, la politica italiana è sempre più “matteocentrica”.

CHI C’ERA SABATO ALL’ASSEMBLEA DI SEL CON VENDOLA


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