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Come rifondare l’Italia e la pubblica amministrazione

In questi giorni Marianna Madia ha tracciato linee coraggiose per questa Pubblica Amministrazione ammalata di troppi delinquenti a piede libero.

Io sono convinta che per cambiare questo Paese ci voglia buonsenso e anche un po’ di arroganza. Il buonsenso bisogna saperlo usare e dunque anche farsi consigliare bene e anche una giusta dose di arroganza poiché il sistema è talmente marcio che se non si agisce anche con l’accetta mettendo le carte in tavola massacriamo ancora di più questo nostro Paese.

I conti della PA sono devastanti e non è solo tagliando le auto blu che si cambia passo. A cominciare dalla realtà: il Mose, la Tav, Expo sono macigni che stanno evidenziando quanto di più lurido e con la contaminazione di destra e sinistra ci sta distruggendo.

Ma c’è una selva neanche tanto nascosta nella PA che è il grande spreco di 32mila stazioni appaltanti che spendono oltre l’80% in più come differenza di prezzo nelle varie PA per acquistare bene e servizi e l’Amministratore delegato della Consip la SPA del ministero del Tesoro che si occupa dell’acquisto di beni e servizi perché non ci ha rappresentato prima questa ruberia?

Perché abbiamo permesso che alcune PA potessero avvalersi di condizioni diverse tra amministrazioni che acquistano tramite la Consip e quelle che ne restano fuori? Perché solo ora viene fuori uno studio internazionale pubblicato da American Economie Review sugli sprechi in Italia in cui l’83% è dovuto a inefficienza mentre il 17 % si spiega con la corruzione italiana?

Perché tra stampanti e scrivanie si può risparmiare 30 miliardi nella PA centralizzando a sole  40  stazioni ed eliminando le altre 31.960  in più? Perché in questi giorni dal Brasile all’Italia rimbalzano le ultimissime notizie mondiali, le pubblicità sul calcio si fanno sfiancanti e tutti aspettano il calcio d’inizio, dall’Italia al Brasile, suonando tamburi e tamburelli e fa notizia la resistenza dei sindacati alla Riforma Madia?

Ma oltre ai campioni che si allacciano le scarpette, oltre i loro volti tesi nelle smorfie del pre e dopo -partita, oltre i lunghi sospiri in attesa dell’ingresso nel campo da gioco è rimasto in Italia un altro campione meno noto, che, sfortunatamente, non è stato considerato dal CT Prandelli.

E’ Marco Lolli signori e signore, medico urologo di 49 anni, che è stato condannato dai giudici della Corte dei Conti della Liguria a un risarcimento di 28 mila euro, 8 mila euro per danni patrimoniali e 20 mila per danno d’immagine procurato all’ospedale di Lavagna. Pare infatti che Lolli, nel 2012, si sia allontanato per ben 229 ore complessive dal posto di lavoro.

Le cose andavano più o meno così: il dottore entrava al pronto soccorso, timbrava, si metteva in pantaloncini, chiudeva il borsone e raggiungeva gli amici al campetto. La performance è andata avanti sette mesi, i carabinieri hanno filmato Lolli da maggio a novembre .In una Italia disperata dove ci sono hainoi! tanti tantissimi di questi fenomeni che hanno una esperienza  per fare spogliatoio….. ma noi ci tormentiamo e facciamo riti scalmanati per il calcio italiano di cui comunque ci siamo dimenticati gli scandali?

E’ ora di cambiare passo  smettere di coprire il grande spreco e cominciare ad essere seri. Sono irresponsabili coloro che non  sostengono il cambiamento, dobbiamo  semplificare e assumerci la responsabilità di sciogliere l’omertosa rete che ingessa e frena : cambiare mentalità togliendo gli scatti automatici nella PA, fissare degli obiettivi di efficienza e premiare sulla base di valutazioni reali e concrete chi lavora compresi – anzi soprattutto! – i dirigenti che devono avere i requisiti e non essere nominati attraverso percorsi amicali.

Ecco signore e signori questa è l’Italia che dobbiamo ri-costruire ……..



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