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Ttip, Bruxelles svela gli intoppi legislativi nella cooperazione con gli Usa

TTIP sì, TTIP no. Il dibattito sull’accordo di libero scambio da realizzare tra Stati Uniti e Unione europea prosegue, incentrato sui pregi, l’aumento del Pil e la creazione di nuovi posti di lavoro, e sui difetti. Quali difetti? L’eventualità che le Pmi che costituiscono il tessuto produttivo europeo vengano schiacciate dal flusso di merci provenienti dagli Usa, non riuscendo a reggere alla concorrenza delle grandi multinazionali. Ma è anche la prevista cooperazione legislativa tra Bruxelles e Washington, con le relative differenze di impostazione, a destare più di un dubbio.

LO STUDIO DEL CESP PER LA COMMISSIONE EUROPEA

Diversità che sono state analizzate in un report realizzato per la Commissione europea dal CESP, il Centre for European Policy Studies. Per rendere efficiente la cooperazione legislativa tra le due sponde dell’Atlantico, spiega lo studio, è necessario conoscere e saper riconoscere i punti di contatto e di distanza tra le due impostazioni. Vediamo quali.

IL RUOLO DEGLI STAKEHOLDER NELLA FASE FORMATIVA DELLA LEGGE

“Riflettendo su come unire i sistemi regolatori e legislativi statunitense ed europeo per promuovere la coerenza e la cooperazione – scrivono i due autori, Richard Parker della University of Connecticut School of Law e Alberto Alemanno, docente della HEC Paris & NYU School of Law  è utile comprendere come questi sistemi funzionino separatamente oggi”. I processi normativi nelle due aree richiedono “un esame dettagliato, cercando di incorporare gli input pubblici nelle loro policy”. Ma Usa ed Ue affrontano questi passaggi in modi diversi. Lo step “formativo” della legislazione, in cui l’atto è concepito e abbozzato, è “relativamente più aperto ed inclusivo a Bruxelles rispetto a Washington, almeno per la legislazione più importante. Tutte le proposte legislative considerate dal Parlamento europeo provengono dalla Commissione europea e sono il frutto di un elaborato processo amministrativo che generalmente include estese consultazioni con gli stakeholder, passando per altre fasi di giudizio fino all’adozione della proposta da parte della Commissione. Negli Usa – si legge – nessun path comparabile è richiesto per presentare una proposta di legge, che non ha bisogno di essere sottoposta ad un’analisi precisa da parte degli stakeholder prima di essere introdotta”.

I MECCANISMI USA ED UE NELLA FASE DELIBERATIVA

D’altro canto, nella fase “deliberativa” del processo legislativo, in cui le misure sono discusse, modificate ed infine votate o bocciate, “il Consiglio e il Parlamento seguono un processo grosso modo analogo a quello della House of Representatives e del Senato americani, con due eccezioni”. In primo luogo in sede di Commissione europea “riescono a passare più proposte che negli Usa”, inoltre “Il Congresso con un voto a maggioranza ha pieni poteri di modifica sulla proposta di legge, mentre nell’Ue senza voto all’unanimità non si possono adottare misure contenente emendamenti su cui la Commissione non sia d’accordo”.

L’IMPLEMENTAZIONE DELLA LEGGE

E la legislazione europea tende generalmente ad essere “più dettagliata e prescrittiva” che sull’altra sponda dell’Atlantico, dove spesso “si concedono ampi spazi di discrezionalità che permettono alle autorità legislative federali interpretazioni molto estensive”.
La fase deliberativa (post-proposta) per l’implementazione della legge invece in Europea “resta meno trasparente che negli Usa, nonostante l’impegno mostrato dalla Commissione negli ultimi anni per ampliare il ricorso a consultazioni pubbliche e nel giudizio dell’impatto di misure non legislative”. Infine, se le normative Ue “restano più vulnerabili di quelle Usa rispetto alla possibilità di essere modificate dal altri organi politici, in America il rischio di emendamento più forte è quello che viene in sede giudiziaria”.

LE SFIDE POSTE DAL TTIP

I legislatori Usa ed Ue operano quindi in contesti istituzionali e legali molto differenti, così come i vincoli che devono rispettare durante le diverse fasi legislative. “Tuttavia entrambe le parti riconoscono ed esprimono nei loro sistemi criteri come la trasparenza, l’apertura, la partecipazione e l’accountability pubblica. La sfida per i negoziatori del TTIP è trovare un meccanismo effettivo di unione di questi due diversi sistemi, così da poter lavorare insieme in maniera più efficace, efficiente e cooperativa”, conclude il report. Il punto di partenza per lavorare al progetto dal punto di vista legislativo c’è, si direbbe. Il fascino dei numeroni sull’aumento del Pil, naturalmente, ha attraversato l’Atlantico in modo molto più tempestivo.

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