Ringrazio il Presidente dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti per la disponibilità all’incontro nato, come è tipico di Formiche, dall’avvertita necessità di coltivare il ragionamento costruttivo, specie quando il Paese si affaccia a novità importanti e difficili.
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Il Presidente Camanzi è in sella ad una istituzione che genera enormi aspettative. Sono aspettative anche improprie perché sono figlie dell’incapacità della politica europea dei trasporti di risolvere le asimmetrie competitive e delle difficoltà della politica nazionale di fare scelte e mantenerle nel tempo.
Il compito non è facile. La scommessa è che con l’Autorità si riduca la supplenza del TAR nella definizione delle regole del mercato.
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L’Autorità è operativa da sei mesi, a ranghi parziali. Ha aperto alcuni fronti di lavoro sui temi ritenuti urgenti o assegnati dalla legge all’esame del Regolatore. In particolare sono in corso:
l’indagine conoscitiva sull’accesso alle infrastrutture ferroviarie, in vista dell’adozione di specifiche misure di regolazione anche relativamente al PIR (Prospetto Informativo di Rete);
i lavori per la formulazione (prossima) di Linee guida sui bandi di gara per il trasporto pubblico locale, che dovranno indicare soluzioni su temi sensibili, non regolati dalla legislazione vigente, come la disponibilità del materiale rotabile, le possibilità di accesso per i nuovi operatori, i limiti temporali per i contratti di servizio; la consultazione sui modelli per la determinazione dei diritti aeroportuali, distinti in funzione dei volumi di traffico dell’aeroporto; la consultazione delle associazioni dei consumatori sui diritti dei passeggeri, in particolare i diritti dei passeggeri ferroviari dopo che l’Autorità è stata individuata come organo di controllo nazionale con poteri sanzionatori.
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Poi, mentre il Governo immagina una spending review logistica riportando a Roma tutte le Autorità, a Torino si è insediato in questi giorni l’Advisory Board di Professori ed esperti di cui il Regolatore si avvarrà per gli aspetti di analisi e di metodo (i Professori Boitani e Ponti ne fanno parte).
La partita è evidentemente importante e delicata. Il settore è travagliato da riforme continue, per lo più ispirate a Bruxelles, dove le lobby industriali e nazionali operano alla grande.
Porrei al tavolo pochi temi, di fondo, per l’avvio di discussione.
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La competizione europea e internazionale. Nella legge istitutiva dell’Autorità il riferimento al mercato nazionale appare implicito. C’è un riferimento esplicito alle “condizioni di concorrenza effettivamente esistenti nei mercati dei trasporti nazionali e locali” per la fissazione dei criteri per tariffe, canoni e pedaggi. Mentre le parole “europeo” o “internazionale” non ci sono. La teoria economica qui non basta. Le ricadute dei provvedimenti sugli operatori sono immediate: come si tiene conto delle asimmetrie europee e internazionali? Chi sceglie il modello di mercato a cui tendere? (ad es per l’accesso alle infrastrutture e relativi pedaggi).
La scelta delle priorità. Data l’ampiezza delle competenze dell’Autorità, come si indirizzerà la scelta dei dossier da trattare? Si guarderà alle infrazioni europee, ai temi a maggior tasso di ricorsi TAR, alle indicazioni dell’Advisory Board, a Relazioni periodiche di analisi dei mercati e di impatto della regolazione, alla segnalazione degli operatori?
La nuova normativa. Ci confrontiamo con continue riforme micro e macro in tutti i segmenti dei trasporti. Data la straordinaria ampiezza delle competenze del Regolatore nazionale, accadrà che nuovi provvedimenti di legge, europei o nazionali, intervengano su materie già oggetto di provvedimenti di regolazione. Per esempio, in tema di tpl o di accesso alle infrastrutture. Come ci regoleremo?
L’Autorità di Regolazione dei Trasporti risulterà tanto più efficace quanto riusciremo a trovare le risposte giuste a questi interrogativi.
Alberto Brandani, Presidente Federtrasporto-Confindustria