Ci volevano gli arabi di Etihad per rendere omaggio e tenere in considerazione le richieste dei consumatori, in funzione dei quali si dice (ma non è vero in Italia) si organizza, o si dovrebbe organizzare, la produzione. Milano dispone di un aeroporto cittadino gioiello. E’ quello di Linate, alle porte della città dove, miracolo!, si riceve il bagaglio entro 5 minuti dal momento in cui si è arrivati. Subito dopo si può prendere un bus express (il biglietto costa un euro e mezzo e dà diritto a usare, successivamente, anche la metropolitana senz’alcun sovrapprezzo). Il bus express consente di arrivare in pieno centro (piazza San Babila) in un quarto d’ora.
Linate è stato a lungo stretto nella camicia di forza delle esigenze monopolistiche di Alitalia che l’ha sfruttato come base di partenza e di arrivo della preziosa navetta aerea esclusiva tra Milano-Roma. Grazie all’esclusiva su Linate, Alitalia praticava prezzi da 450 euro per la sola andata (o ritorno). Con quel prezzo, si sarebbe potuto andare a New York, non a Roma. Inoltre, per impedire che su quella tratta-pepita si scatenasse la concorrenza al ribasso da parte degli altri vettori, Alitalia arrivò a far credere che Linate era intasato e quindi in esso non potevano operare altre compagnie anche se gli slot avrebbero potuto essere triplicati senza nuocere alla sicurezza.
Nel frattempo, a seguito di colossali errori di pianificazione, l’aeroporto di Malpensa (che dista dal centro di Milano ben 60 km) veniva ampliato e siccome compagnie e passeggeri continuavano a voler scegliere Linate, si ipotizzò di eliminare Linate, colpevole di essere più comodo. La logica era questa: i passeggeri non vogliono andare a Malpensa? Poco male, noi li costringiamo ad andarci chiudendo Linate. In nessun altro paese del mondo sarebbe stato possibile un simile ragionamento.
E infatti quelli di Etihad (che operano in altri paesi del mondo e sono abituati a mettere i desideri del cliente al primo posto) hanno messo come primo punto per rilevare Alitalia, la rivitalizzazione di Linate usando Malpensa solo per i voli transcontinentali e quelli cargo. Ci volevano degli stranieri perché gli aeroporti milanesi si mettessero in ascolto dei consumatori che in Italia, paese monopolistico come pochi, possono invece essere calpestati. Ma fino a quando?