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Le aziende sono pronte a investire. Report Bocconi-Goldman Sachs

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Riparte l’M&A e non solo in Europa. Le operazioni di fusione e acquisizione tra imprese, segnale di un rinnovato dinamismo dell’economia, hanno ripreso forza nel primo semestre del 2014, grazie a una generale ripresa degli investimenti da parte delle imprese.

Nel primo trimestre 2014, secondo i dati raccolti da Mergermarket, nel mondo il valore delle operazioni di fusione e acquisizione è ammontato a 599 miliardi di dollari, in aumento del 32,3% rispetto allo stesso periodo del 2013. Negli Usa le operazioni già chiuse hanno un valore di 277,8 miliardi di dollari Usa in aumento del 55,9% rispetto allo stesso periodo del 2013, in Europa 160 miliardi, +19,2%.

LO STUDIO DELLA BOCCONI

Si tratta di un punto di svolta. Almeno secondo l’analisi condotta da Stefano Gatti e Carlo Chiarella del Centre for Applied Research in Finance (Carefin) della Bocconi in collaborazione con Goldman Sachs, che in questo trend vedono il venir meno delle condizioni economiche che, negli anni della crisi, hanno spinto le imprese ad aumentare la loro liquidità del 30% e a diminuire la leva finanziaria di un decimo.

UNA MONTAGNA DI LIQUIDITA’

Così oggi le società europee siedono ora su una montagna di liquidità da 500 miliardi di euro, quelle americane addirittura 1.400 miliardi di dollari, che è venuto il momento di mettere a frutto. Negli anni della crisi l’industria europea non finanziaria – secondo l’elaborazione sui dati di bilancio dal 2004 al 2013 di 437 aziende nell’indice Stoxx Europe 600 – si è affrettata a rimborsare i debiti, e ha smesso di distribuire dividendi (insieme, i due provvedimenti provocano una riduzione della leva finanziaria). Oltre a disintermediare: ovvero a emettere obbligazioni per sostituire i prestiti  bancari sempre più difficili da ottenere. Tutto ciò, sommato al taglio dei costi e al rinvio degli investiment, ha portato ad accumulare liquidità.

SOLDI DA SPENDERE IN INVESTIMENTI?

Non solo M&A. Il mercato americano dei corporate bond, più reattivo di quello europeo, è già tornato a livelli pre-crisi. “Oggi che le preoccupazioni di tenuta finanziaria stanno diminuendo – afferma Massimo Della Ragione, co-head di Goldman Sachs in Italia – le imprese si trovano a dover decidere come utilizzare la liquidità accumulata, scegliendo tra una strategia di rimborso agli azionisti, di investimento in crescita organica o M&A; una strada quest’ultima destinata a guadagnare più spazio con il venir meno delle incertezze del contesto macroeconomico”.

I DEBITI IN SCADENZA

Il rimborso agli azionisti si è dimostrato la strategia prevalente fino a oggi perché, comportando risultati certi, è particolarmente adatta ai momenti in cui il mercato non presenta opportunità di investimento alternativo. I risultati degli investimenti, al contrario, sono sempre incerti e si tratta perciò di un impiego della liquidità poco adatto ai momenti di incertezza. La più seria fonte di preoccupazione individuata dagli autori è il calendario di rifinanziamento del debito. Da qui al 2018 andranno in scadenza 1.300 miliardi di euro di strumenti finanziari emessi negli ultimi anni a condizioni di mercato più favorevoli di quelle odierne, con un picco di 300 miliardi nel 2014.


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