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Cara Camusso, le consiglio di soggiornare un po’ negli Emirati Arabi Uniti prima di parlare di Alitalia-Etihad

Diffido sempre delle riunioni fiume, quelle che durano ore ed ore, magari anche nel cuore della notte con qualche panino e molti caffè a sostenere la pancia e il cervello dei partecipanti. Tutti, chi prima chi poi, cadono vittima della stanchezza che rende concavi con i concavi e convessi con i convessi, mentre la prima regola di un buon negoziato, sia questo una trattativa pubblica o privata, suggerisce l’atteggiamento opposto.

(SUSANNA CAMUSSO ALL’EVENTO “RIFORMO IO”, SENZA MARIANNA MADIA. FOTO DI PIZZI)

Non ho avuto modo di sapere se i rappresentanti sindacali della Cgil che hanno partecipato e partecipano alla trattativa sulla questione degli esuberi in Alitalia e lo stesso segretario nazionale Susanna Camusso abbiano mai volato con Etihad – la compagnia aerea di Abu Dhabi interessata ad acquisirne il 49% –  ma credo abbiano preso visione dei suoi eccellenti risultati in termini di numeri, sia di passeggeri e volumi di merci trasportati sia di fatturati e redditività, peraltro conseguiti in soli 10 anni di attività.

Non so se abbiamo mai avuto l’occasione di soggiornare negli Emirati Arabi Uniti, di vedere e conoscere direttamente gli usi e consumi di quel Paese, coglierne la mentalità e lo spirito dei suoi leader orientati allo sviluppo e benessere collettivo. Capirebbero così che una promessa, un impegno preso anche solo a parole, sancito poi da una stretta di mano o con uno sfioramento reciproco del naso rappresentano di per sé una sicurezza e… i contratti redatti dai professionisti vengono dopo.

(SUSANNA CAMUSSO ALL’EVENTO “RIFORMO IO”, SENZA MARIANNA MADIA. FOTO DI PIZZI)

Se non l’avessero mai fatto, dovrebbero davvero farlo un viaggio a Dubai e Abu Dhabi. Sarebbe l’occasione giusta per comprendere la stupidità e l’irresponsabilità di alcune loro decisioni, sicuramente prese per stanchezza e conseguente poca lucidità che sopraggiunge durante una maratona notturna, finendo ineluttabilmente con l’essere insofferente vittima della fame e del sonno.

Non ho dubbi che lo capirebbero vivendo l’esperienza di una cena seduti su un tappeto in una tenda nel deserto, in maniera conviviale prendendo il cibo con le mani dallo stesso piatto del loro ospite, fortemente legato alla tradizione del passato ma con una così chiara visione del futuro da aver saputo rendere verde e fertile persino la sabbia.

(SUSANNA CAMUSSO ALL’EVENTO “RIFORMO IO”, SENZA MARIANNA MADIA. FOTO DI PIZZI)

E se, nonostante la mia convinzione, non dovessero comunque capirlo? Non rimangono che due risposte e una certezza: o sono ottusi senza speranza oppure opportunisticamente legati a vecchi schemi ipocriti: in ogni caso – certezza – sarebbero dannosi per il Paese.



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