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Chi è De Franssu, l’economista francese nuovo presidente dello Ior

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Antonino D’Anna apparso su Italia Oggi

Ultime ore prima della presentazione, oggi, del nuovo Consiglio di amministrazione dell’Istituto per le Opere di Religione, Ior, la banca vaticana. E anche se ormai in molti danno per certa la nomina del francese Jean-Baptiste de Franssu, Oltretevere non tutti mettono la mano sul fuoco. Per una serie di motivi: certamente il possibile successore di Ernst von Freyberg alla guida del Torrione di Niccolò V ha un profilo internazionale, ma la sua nomina potrebbe sollevare le perplessità di non poche porpore.

Non è una nomina «francese», dal momento che i francesi in Curia non avrebbero l’influenza necessaria per suggerire un nome del genere, malgrado la presenza del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Una figura di altissimo prestigio, membro sia della Commissione Cardinalizia di Vigilanza Ior che di quella Referente sull’Istituto, ma lontano dai giochi delle nomine e certamente di alto livello culturale. Insomma, non è un kingmaker.

Il secondo motivo di perplessità Oltretevere arriva dall’uscita di scena di von Freyberg. Il presidente tedesco dello Ior era stato eletto con prospettive di lunga durata; in questo modo, però, lascerebbe dopo nemmeno un paio d’anni essendo stato scelto alla fine di febbraio 2013, poco prima delle dimissioni effettive di Benedetto XVI. È anche vero che la nomina venne auspicata dall’ex Segretario di Stato Tarcisio Bertone, quindi anche questo tassello targato Bertone verrebbe rimosso e sostituito. ItaliaOggi lo ha già scritto nei giorni scorsi: la sostituzione sarebbe figlia di una divergenza di vedute tra Freyberg e il Papa, con il presidente tedesco intento a costruire una «banca per la banca» e il Pontefice deciso a dare un altro corso allo Ior.

De Franssu si avvicenderebbe quindi con Freyberg: fondatore e presidente di Incipit, società di advisory su fusioni e acquisizioni, consulting strategico, è stato anche Ad di Invesco Europa, (Invesco è una società che si occupa di investimenti in tutto il mondo e gestisce al momento 705.6 miliardi di dollari), nonché membro della Commissione mondiale per il management di Invesco. Fra il 2009 e il 2011, l’economista francese è stato presidente dell’Efama, l’Associazione europea di management dei fondi e degli asset. Infine, prima di entrare in Invesco, è stato un direttore del Gruppo Casse Depositi e Prestiti in Francia. In Vaticano è già presente da un anno circa poiché è stato membro dell’ormai disciolta commissione vaticana referente che ha studiato i problemi economici e amministrativi della Santa Sede e attualmente membro del Consiglio per l’Economia, il «ministero delle finanze» vaticano. Questo spiega perché qualcuno Oltretevere ipotizzi che ci possa esserci un’opposizione montante a questa nomina. A proposito: si osserva che Angelo Caloia è durato 19 anni al timone dello Ior; il suo diretto successore, Ettore Gotti Tedeschi, quasi tre; von Freyberg meno di due (ed entrambi erano stati salutati come presidenti scelti per un lungo periodo). Quanto potrebbe durare, allora, la presidenza de Franssu?

Chiudiamo con il bilancio dello Ior, presentato ieri: nel 2013 l’Istituto ha conseguito un utile netto pari a 2,9 mln contro gli 86.6 dell’esercizio 2012. Un calo di quasi 84 milioni di euro. Meno male che il primo semestre 2014 indica un utile netto pari a 57,4 milioni. Sostanzialmente immutato il contributo erogato per la Santa Sede, pari a 54 milioni. È da questo che parte la presidenza de Franssu. Verso la «Fase II» delle finanze papali.


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