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Così Renzi farà da contraltare a Juncker e Merkel. Parla Roberto Sommella

Jean-Claude Juncker è il nuovo presidente della Commissione europea. Il sostegno congiunto del blocco conservatore del Ppe e di quello socialista del Pse hanno permesso all’ex presidente dell’Eurogruppo di imporsi con 422 sì, 250 no e 47 astensioni. Di fatto, una non notizia secondo Roberto Sommella, giornalista e autore del libro “L’euro è di tutti”: “In Europa restano le solite facce, Juncker passa dalla presidenza dell’Eurogruppo a quella della Commissione europea, è come se più di cinque anni di crisi nera siano passati inutilmente. Per questo Matteo Renzi rappresenta la speranza di una svolta”.

Il discorso di Juncker a Strasburgo sembra per alcuni osservatori in qualche modo voler cambiare verso all’austerità. L’ex premier lussemburghese ha parlato di 300 miliardi di euro da mobilizzare in tre anni. L’ha convinta?
Le sue parole sono state convincenti ma ora bisogna vedere se da esse si passerà ai fatti, se finalmente si potranno archiviare rigore e austerità. Più dei 300 miliardi di euro però, mi ha colpito l’idea di un governo dell’economia che finora è mancato in Europa. Un “Mister economy” che possa dialogare con tutti i Paesi e diventare una sorta di esecutivo per le riforme strutturali.

Sembra che a fare incetta di poltrone sarà ancora una volta la Germania di Angela Merkel. Ciò farà a pugni con le attese di Matteo Renzi non solo sulla flessibilità?
Non è che la Germania fa incetta di poltrone a questa tornata, la Germania è il Paese alla guida dell’Europa, la poltrona fondamentale è a Berlino e appartiene ad Angela Merkel. Fa bene Renzi a fare da contraltare al rigore tedesco ma è rimasto da solo. David Cameron sembra tirarsi fuori, la Francia ormai è inesistente.

Per Renzi da solo contro l’egemonia tedesca non è una “mission impossible”?
Ci dobbiamo augurare che sia “possible”, se lo devono augurare i 27 milioni di europei senza lavoro che rappresentano una massa esorbitante. Non so se ce la farà ma il premier italiano ha capito che quello che manca in Europa è una leadership. Da colmare. Renzi ci sta provando.

Il no di molti Paesi alla nomina di Federica Mogherini come alto rappresentante per la politica estera dell’Ue è uno smacco per l’Italia?
Nessuno smacco, vedremo come andrà a finire la complicata partita delle nomine europee. Questa faccenda è però indicativa di un atteggiamento sbagliato da parte dell’Italia, cioè il non aver considerato quanto pesino i Paesi della vecchia cortina di ferro. Dobbiamo chiederci che rapporti abbiamo coltivato con i Paesi baltici e la Polonia per esempio? Pochissimi. Ecco perché il no di oggi non è un no a Renzi o a Federica Mogherini ma a quello che ha sempre rappresentato l’Italia per quei Paesi.

E’ giustificata tutta questa attesa per il semestre europeo di presidenza italiana?
In realtà questo è un periodo di vacatio dove a comandare sono gli sherpa e i burocrati. A novembre si instaurerà a pieno regime la Commissione e il semestre italiano per quel periodo sarà quasi finito. Non arriveranno in questi mesi decisioni fondamentali ma ciò che conta è colmare la carenza di leadership. La Francia per esempio è sparita dai radar e questo è un problema perché faceva anch’essa da contraltare alla Germania. De Gaulle diceva che l’Europa è un carro con un cavallo tedesco e un cocchiere francese. In questo momento, il cocchiere non c’è proprio.

Qualche consiglio a Renzi su come fare il cocchiere?
Fossi in lui prenderei coraggio e chiederei la sospensione di un anno del Fiscal compact. Credo che non lo farà per una serie di ragioni ma, anche se non ci si pensa, esso incide molto sul nostro futuro.

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