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Così Cuba vuole attrarre gli investimenti stranieri

“Nel primo semestre (del 2014, ndr) l’economia cubana ha mantenuto una discreta crescita; il Prodotto interno lordo è aumentato dello 0,6%, il che svela un rallentamento del ritmo di crescita di questo indice a causa della mancanza d’ingressi esterni, l’incidenza di condizioni climatologiche, così come la persistenza di carenze interne nella gestione economica”. Con queste parole pronunciate nel discorso di apertura dell’ottava legislatura dell’Assemblea nazionale del potere popolare, il presidente cubano Raúl Castro ha spiegato le difficoltà economiche che attraversa l’isola.

LA STRATEGIA ECONOMICA

Una nuova legge per favorire gli investimenti stranieri è entrata in vigore lo scorso 28 giugno. Tra le facilitazioni per i capitali esteri ci sono concessioni in materia tributaria. L’idea è riuscire ad attrarre circa 2 miliardi di euro l’anno, per superare la crisi economica. Cuba non ha risorse finanziarie e neanche capacità di credito perché è ancora debitrice del Club di Parigi. Le uniche entrate provengono dal turismo, vendita di servizi sanitari a Venezuela e Brasile e dal denaro riveniente dai familiari dei cubani che vivono all’estero.

APERTURA OPERATIVA

La nuova legge allarga i margini operativi degli investitori, nonostante rimanga il divieto di assumere lavoratori in maniera diretta, e la possibilità di associarsi con imprenditori dell’isola. Tra i progetti che La Habana studia ce ne sono alcuni di imprese proveniente da Spagna, Italia, Francia, Brasile, Russia, Cina e Olanda.

IL PRECEDENTE STORICO

La nuova normativa sostituisce quella approvata nel 1995, dopo la caduta del grande alleato, l’Unione sovietica. Nel cosiddetto “Periodo speciale”, tra il 1991 e il 1994, il Pil cubano è caduto del 35%, per cui il governo decise di aprire il mercato agli investimenti stranieri.

L’APPELLO ALL’EUROPA

“Abbiamo bisogno di risorse finanziarie e investitori in settori strategici”, ha detto il viceministro del Commercio estero e degli investimenti stranieri, Ileana Núñez, durante un viaggio a Madrid. Una delegazione cubana ha incontrato a fine giugno un gruppo di rappresentanti del governo europeo.

PAGARE I DEBITI

Inoltre, il governo di Castro non vuole fare come l’Argentina, di nuovo sull’orlo del default per il mancato pagamento dei debiti. Cuba sta cercando di mettere in ordine i conti con il Club di Parigi. Alla fine del 2012 il debito era di circa 26 miliardi di euro e con un nuovo accordo Cuba potrebbe emettere nuovi titoli di Stato.

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