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Ecco perché Carney convince (ma non troppo)

Alcuni economisti hanno analizzato l’operato di Carney per il Guardian, e il risultato è nel complesso rassicurante. Ma negli ultimi giorni le pressioni sul governatore centrale si sono intensificate, a causa di un caos di comunicazione sui tassi di interesse: Carney ha prima detto a un incontro che i tassi avrebbero potuto subire un rialzo, ma testimoniando davanti alla Camera dei comuni la settimana scorsa ha ridimensionato quelle dichiarazioni, dicendo che erano state fatte a titolo personale (esiste un titolo personale per il governatore della Banca centrale?) e che i salari sono troppo bassi per poter alzare i tassi.

FIDANZATO INAFFIDABILE

S’è così guadagnato la definizione di “fidanzato inaffidabile” da parte di alcuni parlamentari, mentre i mercati – e soprattutto il valore della sterlina – hanno iniziato a ballare e mentre tutti si chiedevano: può un professionista come Carney, con un passato glorioso a Goldman Sachs, non sapere che cambiando idea ogni cinque minuti si perde in credibilità? Kathleen Brooks su Reuters arriva a dire: Carney dovrebbe prendere un po’ da Suarez, cioè dovrebbe imparare a mordere, non i suoi colleghi, ma nel suo modo di fare le strategie. Carney si è infine spiegato, facendo capire che il “new normal” dei tassi è il 2,5 per cento, non più il 5 per cento com’era prima dello choc finanziario.

LA BOLLA IMMOBILIARE

Ancor più ora che il problema principale dell’economia inglese è una nuova bolla immobiliare: i prezzi delle case, in particolare a Londra, sono in grande crescita, al punto che la Banca d’Inghilterra ha dovuto prendere misure per evitare il ritorno a mutui rischiosissimi. Secondo la nuova proposta, non si potranno fare prestiti superiori al 15 per cento del mutuo per case e più di 4,5 volte le entrate di chi fa il mutuo. Al momento, dicono gli esperti, chi chiede prestiti non sarà penalizzato, ma nel lungo periodo la misura potrà “mordere”. E allora altre gaffe sui tassi di interesse non saranno più concesse.

Clicca qui per leggere l’articolo sul sito del Centro Einaudi



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