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Emilia Romagna e Puglia, come cresce la voglia di primarie nel centrodestra

Più volte Silvio Berlusconi in persona l’aveva tacciata di essere una “cosa troppo di sinistra”. Ma il centrodestra italiano, dopo le Europee ed il vento renziano al 40%, si sta convincendo progressivamente che le primarie sono lo strumento partecipativo del futuro, anche se altrove (negli Usa) rappresentano già una prassi consolidata.

PRIMARIE SIANO
Raffaele Fitto e Giorgia Meloni sono stati in verità i primi a chiederle a gran voce. L’ex ministro degli affari regionali, appena dimessosi dalla Camera scegliendo il seggio europeo di Bruxelles così come promesso in campagna elettorale, ha da tempo avviato un dibattito interno a Forza Italia per chiede regole diverse e un cambio di passo. Non avrebbe senso, è il suo ragionamento, proseguire con lo status quo che ha portato il partito alla scissione con il Ncd di Alfano e con la soglia del 20% non raggiunta.

FDI
Uno strumento che la stessa leader di Fratelli d’Italia ha annunciato già dallo scorso anno e messo in pratica per nomi, simboli e leader interni e che vorrebbe replicare su scala nazionale, forte dell’appoggio di chi, come il giovane segretario della Lega Nord Matteo Salvini, ha compreso che occorrono nuovi strumenti e nuove forme “per non morire renziani”.

LEOPOLDA
Da queste colonne il dibattito animato intorno all’idea della Leopolda Blu ha avuto l’effetto di stimolare idee e passi in avanti nell’idea del futuro centrodestra italiano. Non solo il contratto per il centrodestra proposto da Lorenzo Castellani, ma anche una serie di reazioni programmatiche che hanno iniziato a proliferare, come la lettera di Silvio Berlusconi sul Giornale per l’unità dei moderati, la Costituente Popolare nata dai gruppi unici di NCD, UDC e i Popolari per l’Italia, l’appello liberale di Giuseppe Moles e Antonio Martino.

EMILIA
Il coordinatore di Fi Galeazzo Bignami le vorrebbe fare anche subito nella sua regione (“siamo pronti”, ha detto giorni fa proprio a Formiche.net). Ma occorrono regole chiare e condivise, ha aggiunto, che vengano direttamente da Roma per non incorrere in frizioni e incomprensioni che potrebbero minarne la bontà. Primarie, dunque, che a Bologna potrebbero contare su volontari già approntati e seggi pronti ad aprire i battenti a militanti e simpatizzanti, nella consapevolezza che non servirà chiudere le porte a nessuno, piuttosto dovranno essere aperte a tutti.

PUGLIA
Ad annunciare le primarie in Puglia è lo stesso Raffaele Fitto dal suo blog. Si terranno in autunno per selezionare il candidato più competitivo per la tornata elettorale. “Questo percorso virtuoso dovrebbe essere lo strumento fondamentale anche per le altre regioni. Ma soprattutto il punto di partenza per tornare a ragionare di contenuti, valori e programmi con tutto il centrodestra, partendo dai territori. Ecco perché sostengo l’idea che le primarie siano fondamentali non solo in Puglia ma in tutte le regioni”.

PARTITI IN CAMPO
Tutti i partiti del centrodestra correranno per l’indicazione del candidato governatore pugliese, evitando l’imbarazzo delle scorse amministrative con la diatriba tra Fi e Ncd a Bari che fino a poche settimane prima delle urne bisticciavano su nomi e strategie. Una decisione presa di concerto dai coordinatori regionali di Forza Italia, Fratelli d’Italia, La Puglia prima di tutto, Nuovo Psi, Movimento politico Schittulli e Nuovo centrodestra.

CANDIDATI
E’ dal 2005 che il centrodestra in Puglia non riesce a conquistare la Regione. Era stato lo stesso Fitto (uscente) a gareggiare con Nichi Vendola nove anni fa, vincente per due volte, con il candidato successivo, l’attuale deputato di Fi e ex assessore al bilancio Rocco Palese, definito “debole” da Berlusconi. Per cui questa volta Fitto non potrà permettersi errori. I nomi che circolano al momento sono quelli dell’oncologo Francesco Schittulli (a capo di una lista civica e presidente della provincia), del presidente della commissione bilancio del Senato Antonio Azzollini (Ncd), del giornalista del Tg1 Francesco Giorgino (pugliese), del sindaco di Lecce Paolo Perrone.

REAZIONI
Si comincia dalla Puglia quindi ma l’ex presidente del Senato Renato Schifani (Ncd) osserva che “mettere insieme i cocci non sarà così facile, ci sono i moderati che stanno al governo, quelli che stanno all’opposizione (Fi), la destra lepenista (Lega) e la vecchia destra (Fdi). Metterli insieme è un’impresa quasi impossibile”.

D’ALIA
“Dobbiamo dialogare con tutti – ha spiegato il Presidente dell’Udc, Giampiero D’Alia – e dunque anche con chi rappresenta, nonostante gli errori del passato ancora il 17% degli italiani. Credo però che una stagione si sia compiuta: e’ finito il centrosinistra per come lo conoscevamo ed e’ ‘deceduto’ il centrodestra. Costruire una nuova offerta politica significa attuare un profondo ricambio generazionale e avere idee chiare. Non serve un ‘restyling’ di cose passate che non possono più tornare”.

twitter@FDepalo

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