E’ appena nata e già viene salutata come la sfida italiana a Google o addirittura agli Ott. Gold 5, la nuova concessionaria pubblicitaria specializzata nell’offerta di soluzioni di video display advertising, costituita con quote paritetiche dalle società A. Manzoni & C S.p.A., Banzai Media Srl, italiaonline S.p.A., Mediamond S.p.A. e RCS MediaGroup S.p.A., va ad aggredire il predominio dei colossi americani del web nella pubblicità digitale.
GLI OBIETTIVI
“L’obiettivo di Gold 5″, si legge nel comunicato della società, “è quello di diventare l’attore di riferimento in questo importante segmento, proponendo soluzioni pubblicitarie sull’insieme delle migliori realtà digitali italiane”; Gold 5 potrà contare su un’offerta di altissimo livello in termini di brand e qualità dei contenuti, rappresentando la più importante reach pubblicitaria del mercato digitale italiano, con l’obiettivo di “competere efficacemente con player internazionali che attualmente detengono posizioni di assoluto rilievo e quote crescenti di mercato”. Ed è chiaro di quali player internazionali si tratti.
IL NEMICO
Ecco dunque da un lato il gigante Google, con i suoi ricavi trimestrali di 15,9 miliardi di dollari, in crescita del 22% rispetto a un anno prima, e le aziende dei media italiane dall’altro, che, dopo aver visto il gigante del web “attingere” a piene mani dal loro bacino di utenti pubblicitari, rispondono facendo tesoro del vecchio motto “l’unione da la forza“.
LE STIME
Secondo eMarketer, nel 2014 il valore del mercato italiano della pubblicità video online dovrebbe superare i 200 milioni di dollari, per continuare a crescere nei prossimi anni del 20% annuo. La torta potrebbe bastare per tutti, ma questo non toglie che la sfida a Google sia ardua: Big G può contare su un mercato pubblicitario globale e su un sistema brevettato di pay per click che ha fruttato, negli scorsi tre mesi, 3,4 miliardi di dollari di utile. Senza contare gli investimenti continui in ricerca e sviluppo: è dal 2005 che Google sta lavorando al suo sistema operativo mobile Android che, negli ultimi due anni, ha fatto schizzare alle stelle i suoi introiti pubblicitari online. Del resto, Big G non domina solo in Italia: il colosso americano controlla il 32% del mercato mondiale della pubblicità digitale, seguita da un altro gigante del web a stelle e strisce, Facebook.
IL CASO DI FACEBOOK
Questi colossi trovano nella pubblicità la loro fonte primaria di entrate e di crescita e continuano a espandersi con determinazione nel settore, come dimostra la recente acquisizione da parte di Facebook di LiveRail, piattaforma di advertising per la monetizzazione dei video: con questo strumento Facebook per la prima volta potrà servire pubblicità video sul web oltre i confini del suo social network.
L’ESPANSIONE DI GOOGLE
A giugno, invece, Google aveva comprato mDialog, società che produce una tecnologia per le video ads, e poco prima aveva lanciato il sistema Google Partner Select, una “borsa online per video ads” destinato ai marchi e alle agenzie pubblicitarie. Sia Google che Facebook, spiega Paul Ritter, chief research officer di Interactive Media Strategies, cercano di trarre il massimo vantaggio dall’ascesa della pubblicità video online.
LE SFIDE DI SANTAGATA
La scommessa di Gold 5, che sarà capitanata dall’ad Andrea Santagata di Banzai, è proprio quella di offrire un’alternativa premium a Facebook e Google-YouTube, che, tra l’altro, in Italia cattura addirittura il 40% della raccolta digitale, circa 600 milioni su 1,5 miliardi di euro. Per Wired, è una sfida in campo aperto: “Gold 5, oltre alle grandi piattaforme digitali, si troverà di fronte anche altri editori di qualità”, scrive Wired ricordando che anche il suo editore Condé Nast ha una propria piattaforma video, CnLive. “Ma è il bello del mercato”. Che vinca il migliore.