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Le idee di monsignor Leuzzi su politici e giovani sotto lo sguardo di Pizzi

In mattinata il pontefice ha twittato dal suo seguitissimo account: “la vita cristiana è fatta per grandi ideali”. La sera, la presentazione del libro curato da monsignor Lorenzo Leuzzi, vescovo ausiliare di Roma e cappellano della Camera dei deputati, intitolato non casualmente Eletti per servire (Cantagalli, pagine 126, euro 9) che raccoglie l’omelia pronunciata da Papa Francesco nel corso della messa per i parlamentari italiani il 27 marzo e le riflessioni di molti rappresentanti delle istituzioni. Due eventi non volutamente correlati, eppure uniti dal medesimo scopo: richiamare la politica, la società civile, i giovani, al servizio nel contesto pubblico e a un impegno per un orizzonte più grande del contingente.

CHI C’ERA ALL’EVENTO DI AGOL CON MONSIGNOR LEUZZI

“Il problema è proprio questo: abbiamo dimenticato che servire è ciò a cui siamo chiamati”, ha detto Mirko Coratti, presidente del Consiglio comunale di Roma. Un concetto che va esteso a tutti, non solo ai parlamentari: “perché partecipare alla politica come attività sociale, ha spiegato, è un sentimento nobile della cristianità globalmente intesa, non solo dei cristiani impegnati in politica”.

Paolo Messa, fondatore di Formiche, promotrice dell’evento organizzato presso l’Ara pacis assieme alle associazioni Agol, Ego, e a Zetema, ha concordato nel sostenere che “non è possibile circoscrivere le parole del Papa ai soli cattolici o ai soli cristiani impegnati in politica: il pontefice chiama in causa tutti, perché a tutti spetta la responsabilità del servizio. Anche se, a maggior ragione per un cattolico, questo è un valore aggiunto”.

PAOLO MESSA E MONSIGNOR LEUZZI ALL’EVENTO DI AGOL

A lui ha fatto eco l’onorevole Mariapia Garavaglia (Pd), già vicesindaco di Roma nella giunta Veltroni, che ha ricordato come “fare politica è bello”, anche perché “servire vuol dire farsi prossimo”, come ha chiesto costantemente Papa Francesco. Il quale, appunto, ha continuato Garavaglia, “non parla solo ai politici, quando attacca la corruzione e le ipocrisie dei cosiddetti ‘sepolcri imbiancati’, ovvero di coloro che si sono chiusi nelle scappatoie e nelle giustificazioni” pur di non affrontare il rapporto personale con Cristo, allontanandosi di fatto dal popolo. “Il Papa parla del Vangelo e il Vangelo è per tutti, non a caso nell’omelia di marzo fa riferimento alla classe dirigente” in generale, che si è staccata da chi deve rappresentare. E portando il tema sulla corruzione, “che è facile da evitare, perché non a caso i corruttori sanno benissimo da chi andare”, ha lanciato l’invito a evitare “di cedere superficialmente all’antipolitica”.

Il fatto incontrovertibile è che, comunque, quel giorno, la messa era per i parlamentari italiani. Ed è per questo che occorre ritornare alla definizione anglosassone di civil servant” – ha incalzato Pietro Paganini, professore alla John Cabot Univesrity, consulente d’azienda ed esperto di innovazione, nonché tra i fondatori dell’associazione Ego. “La stessa espressione richiama un rapporto diverso tra la rappresentanza e gli elettori, tra i servitori dello Stato, appunto, e i cittadini, perché oggi, invece, sembra che i rappresentanti servano solo a se stessi”. C’è quindi un problema di controllo e di responsabilità.

PAOLO RUFFINI E MONSIGNOR LEUZZI ALL’EVENTO DI AGOL

Responsabilità, libertà e fede sono strettamente correlate, ha detto espressamente Paolo Ruffini, neo-direttore di TV2000, televisione della Conferenza episcopale italiana. L’aspetto interessante delle parole di Papa Francesco è che esse non possiedono una concezione impositiva dell’impegno pubblico. In lui, “c’è una esortazione costante alla libertà, che si coniuga alla fede, anzi discende da essa”. A un incontro con gli studenti delle scuole dei Gesuiti, infatti, Bergoglio ha detto: “Siate persone libere: libertà vuol dire saper riflettere su quello che facciamo, saper valutare ciò che è bene e ciò che è male, quelli che sono i comportamenti che fanno crescere, vuol dire scegliere sempre il bene. Noi siamo liberi per il bene”. Per questo, libertà e responsabilità camminano assieme, sia in chi fa politica sia in chi rappresenta le istituzioni con altri incarichi. Ai cristiani tocca di imparare a “dialogare con gli altri, purchè questo non significhi rinunciare alle proprie idee, ma portarle avanti nell’umiltà”.

Quello che colpisce nel linguaggio del Papa, ha sottolineato Giacomo D’Arrigo, direttore generale dell’Agenzia nazionale dei giovani, “è infatti la profondità del pensiero, così come l’universalità, che è la caratteristica essenziale della Chiesa e del messaggio cristiano”. In questo senso, “i giovani, spesso bistrattati per la disillusione e il distacco, in realtà non si astengono affatto dalla vita pubblica, come del resto dimostrano le statistiche: se da un lato c’è un calo di partecipazione all’attività politica, dall’altro, c’è una grande crescita del numero di coloro che si impegnano nel volontariato o nell’associazionismo”.

MOSIGNOR LEUZZI PRESENTA IL SUO LIBRO. LE FOTO DI PIZZI

La chiusura è spettata a monsignor Leuzzi, che ha inquadrato il ragionamento di Papa Francesco nella curva della storia degli ultimi decenni. “Finito il tempo delle ideologie, ha detto il prelato, siamo oggi al tempo delle proposte: e Bergoglio propone la via del Vangelo e di Gesù”. Con la sconfitta del comunismo e la caduta del Muro di Berlino, prima, l’attacco alle Torri Gemelle del 2001 e la crisi economica del 2008, poi, “abbiamo visto che il mondo è cambiato radicalmente”: e quelle tre sconfitte umane e politiche devono spingere l’uomo a riflettere. Da Bergoglio, quindi, nessuna proposta ideologica prefissata, ma “un invito concreto ad aprirsi a Gesù, nella vita privata e in quella pubblica”. Ricordando che per i cristiani vivere ma non servire è come non aver mai incontrato Cristo.



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