Le violenze non cessano. Israele ha cominciato l’invasione via terra della Striscia di Gaza, dopo giorni terribili di bombardamenti e una vera e propria strage a danno del popolo palestinese.
Sono oltre 200 i morti, molti i bambini. La notizia dell’omicidio, perché di questo si tratta, di quattro bambini sulla spiaggia è stata la goccia che ha fatto traboccare la vergogna. Mi chiedo se Israele pagherà per questo crimine abominevole. Se si guarderà allo specchio, ripensando anche alla sua storia, e proverà vergogna.
Nelle guerre ci sono sempre le vittime, le chiamano “danni collaterali“. Ebbene, tutti noi siamo testimoni di questo orrore e non possiamo che condannare l’assassinio di bambini innocenti. Non si può tollerare che una Nazione così ricca e potente, che fa parte, se non geograficamente, per status e riconoscimento internazionale, del democratico e sviluppato occidente, reagisca alle azioni orribili di terroristi o di fazioni militari avversarie, come un corpo di cani sciolti, rabbiosi e assetati di rabbia, odio e violenza. Ma non userò le parole pronunciate da Gianni Vattimo, perché con la storia non si gioca, in nessun modo. Ho enorme rispetto per la dignità della persona umana, a prescindere da quale appartenenza etnica e religiosa essa abbia. Qualcuno ha detto: il sangue è sangue. Non c’è distinzione.
Ho pianto amaramente, sulle foto che i giornali ci hanno mostrato, di quell’uomo che tiene in braccio un bambino dilaniato dall’esplosione. Ho provato vergogna e frustrazione.
L’esempio più alto lo aveva dato la famiglia di uno dei ragazzi israeliani uccisi, quando un gruppo di assassini folli, aveva rapito e bruciato vivo un innocente, ancora, ragazzo palestinese. Lo zio della vittima israeliana aveva condannato l’atto e aveva chiesto che non ci fosse più sangue né vendetta.
Oggi, il numero degli innocenti, vittime della follia della guerra – una guerra fratricida; non si tiene più. Sono troppi, e contare fa male.
La Comunità Internazionale, gli USA e l’Unione Europea, abbiano il coraggio e la dignità, di intervenire e fermare Israele. Abbiano la dignità e il coraggio di dire: basta, a tutti. Basta, agli uni e agli altri. Che non ci sia la strumentalizzazione di dire che chiedere a Israele ragionevolezza e moderazione significhi sostenere le prerogative di Hamas. Sarebbe offensivo della nostra storia di uomini, dopo gli orrori dei nazisti. Hamas cerca lo scontro. A pagarne le conseguenze sono sempre e solo degli innocenti. Dice bene Adriano Sofri,su Repubblica di oggi, che la storia non si ripete mai uguale, ogni volta è peggio.
Non c’è pace, senza conciliazione. Non c’è pace, senza perdono. Non c’è pace, senza la volontà reciproca, specialmente del più forte.
Stasera è ancora dolore e orrore.