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La lezione di Gtech che sbanca Las Vegas

Gli investimenti stranieri in Italia sono i benvenuti, ovviamente. Così come nuovi soci anche di controllo esteri per aziende italiane portano sovente ricadute positive per l’Italia, come ha certificato uno studio di Prometeia. Ma alcuni recenti casi di imprese devono indurre a riflessione. Non già perché la presenza straniera può intaccare la strategità di alcuni nostri campioni nazionali, come Finmeccanica, Eni ed Enel, bensì per la tendenza a spostare all’estero le sedi legali delle aziende.

Beninteso, le scelte imprenditoriali sono appannaggio esclusivo di top manager e azionisti. E se alcuni grandi gruppi come la nuova creatura aziendale in casa Fiat (FCA) preferisce altri Stati all’Italia per la residenza fiscale non ci si deve accanire contro soci e management ma si deve riflettere su quanto poco attrattivo sia il sistema Italia per chi vuole fare impresa

Ecco ad esempio che cosa succederà presto sulla base di un annuncio di ieri.

IL CASO GTECH

Gtech SpA, l’ex Lottomatica controllata da De Agostini, ha sottoscritto un accordo da 4,7 miliardi di dollari per l’acquisizione di International Game Technology (Igt), leader globale nel settore dei casinò e del social gaming con sede a Las Vegas, in Nevada. Si tratta di un’operazione cash e azioni da 4,7 miliardi di dollari, cui si aggiungono 1,7 miliardi di debito netto esistente in Igt.

ADDIO PIAZZA AFFARI

Una volta fusa con Igt, la società italiana abbandonerà Piazza Affari per essere quotata a Wall Street. Il nuovo gruppo avrà sede legale in Gran Bretagna e sarà controllato al 47% da De Agostini, attualmente titolare del 59% del capitale di Gtech. I titoli brindano all’acquisizione in Borsa. Quando in Italia sono le 16 a Piazza Affari Gtech guadagna il 4%, mentre a Wall Street l’acquisita Igt è in aumento di oltre l’8%.

A LONDRA CON PASSIONE

Ai sensi di tale accordo, Igt e Gtech confluiranno in una nuova holding basata in Inghilterra. Per ogni azione ordinaria di Igt, i loro azionisti riceveranno 13,69 dollari in contanti e 0,1819 azioni di NewCo (con cambio soggetto ad aggiustamento), per un importo complessivo di 18,25 dollari per azione. Agli azionisti di Gtech verrà assegnata una nuova azione ordinaria di NewCo per ogni azione Gtech posseduta.

I NUMERI

Il valore complessivo dell’operazione è di circa 6,4 miliardi di dollari (4,7 miliardi di euro, al cambio di 1,36), comprensivi della stima di circa 1,75 miliardi di dollari (1,29 miliardi di euro) di debito netto esistente in Igt. Si prevede – afferma un comunicato di Gtech – che entro il terzo anno dal perfezionamento della fusione si possano generare oltre 280 milioni di dollari (oltre 200 milioni di euro) di sinergie annue. Morgan Stanley ha agito in qualità di advisor di Igt nell’operazione, mentre Barclays ha agito in qualità di Financial advisor e finanziatore insieme a Credit Suisse e Citi.


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