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L’immigrazione e le emergenze ignorate a Bruxelles

Articolo pubblicato oggi da L’Arena di Verona, Giornale di Vicenza e BresciaOggi. 

Tre settimane e poche ore di presidenza italiana del semestre europeo sono poche per pretendere miracoli continentali da Matteo Renzi e dai ministri del suo (e nostro) governo. Ma bastano e avanzano perché il presidente del Consiglio, d’intesa col folto gruppo di eurodeputati italiani a Strasburgo -qualsiasi sia il loro partito di elezione-, ponga con determinazione la questione che scotta ai distratti interlocutori dell’Unione: come affrontare la tragedia universale dell’immigrazione che dal Sud del mondo, tramite l’Italia, cerca una speranza di vita nell’Europa che non c’è.

Ormai la cronaca degli sbarchi quotidiani a Lampedusa e vasti dintorni è la cronaca di tante morti annunciate. Offende la coscienza del mondo libero e ferisce il cuore degli italiani generosi constatare la nobile e disperata impotenza di “Mare Nostrum” a fronte di tanta e tale disperazione quotidiana. La nostra Marina e i numerosi operatori e volontari che si dedicano giorno e notte a salvare quanta più gente possano salvare, meriterebbero il premio Nobel per la pace. Che subito devolverebbero -ne siamo certi- a favore della loro benemerita operazione di soccorso e di conforto ai sofferenti, agli affamati, ai perseguitati di altre e spesso lontane e povere terre.

Ma questo meraviglioso e corale salvagente tricolore non può diventare un alibi, come lo è diventato, perché gli europei applaudano i soliti “bravi italiani” e, un minuto dopo, continuino a voltare la testa dall’altra parte. “Signornò!”, dovrebbe dire il presidente Renzi a ciascuno dei suoi ventisette e indifferenti colleghi dell’Unione. No che non potete più far finta di niente. Il Mediterraneo non è un piccolo e privato lago d’Italia. E’ l’immenso ponte d’acqua sognato e attraversato da persone che rischiano l’unica cosa che ancora hanno -la propria vita- pur di cambiare il loro destino.

Come in ogni emergenza ignorata dalle parti di Bruxelles, ora si prospetta anche la necessità di trasferire i migranti dal Mezzogiorno verso Comuni e Regioni che possano accoglierli altrove. Un umiliante giro d’Italia per tutti: per le persone sballottate senza mèta, per chi li assiste senza comprendere, per le istituzioni impreparate per gestire l’emergenza dell’emergenza. E poi: conterà qualcosa la volontà dei migranti? Se essi vogliono andare, per esempio, in Germania, perché negargli il diritto? Eppure, pensare che i soli tedeschi, così come i soli italiani, possano risolvere un dramma planetario, significa vivere su Marte. Ma ai marziani d’Europa adesso bisogna dire “basta!”.

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