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Lo sapete che i giornali tedeschi snobbano Renzi e il semestre italiano?

Grazie all’autorizzazione del gruppo Class Editori pubblichiamo l’articolo di Roberto Giardina apparso su Italia Oggi.

La notizia è che non c’è. Renzi declama al Parlamento europeo, annuncia una nuova éra per l’Ue a partire dal semestre italiano, iniziato il primo luglio, litiga aspramente con il tedesco Manfred Weber, presidente della frazione dei Popolari, a dieci anni esatti dall’alterco tra Berlusconi e Martin Schulz, nel luglio del 2003, pur senza cadere negli insulti, e in Germania nessuno se ne accorge.

Silenzio quasi totale nei telegiornali di ogni canale pubblico o privato, poche righe sui quotidiani.

I giornalisti tedeschi hanno l’abitudine poco italiana di non perdersi dietro le parole, riportano i fatti, dopo li commentano. Il semestre italiano non è un evento. È un passaggio di consegne che avviene due volte all’anno, e dato che siamo ormai in 28, ci tocca una volta ogni 14 anni. Il paese leader non ha, di fatto, poteri reali, al massimo può stabilire un’agenda dei lavori, preferire un tema a un altro, che i governi potranno seguire o meno. Quasi impossibile che possa guidare la Comunità verso una meta. Con tutto il rispetto, che cosa accadrebbe quanto tocca a uno dei piccoli, a Cipro o alla Lituania? Siamo realisti anche noi quando tocca agli altri: abbiamo preso le consegne dalla Grecia, avvelenata con l’Ue, e che cosa ha mai ottenuto Atene?

La “Frankfurter Allgemeine Zeitung” nell’edizione online mette il discorso di Renzi al ventesimo posto, dietro l’incontro ai mondiali tra Germania e Francia, di stasera. Distratta anche la “Welt”. L’unica a dare un certo rilievo è la “Süddeutsche Zeitung” che preferisce rispondere con ironia, a partire dal titolo “Selfie für die Seele”, un selfie per l’anima, relegato a pagina sette. Renzi, scrive Cerstin Gammelin, è arrivato un poco in ritardo e se ne è andato in anticipo. Già la sintesi, è un’accusa. Il premier italiano doveva scegliere tra i deputati europei e i suoi telespettatori, spiega il corrispondente del quotidiano di Monaco, ed ha dunque preferito andare a Porta a Porta.

Renzi, dice Gammelin è un fuoco pirotecnico di idee, ma, trascinato dal temperamento, dimentica il protocollo. Nel suo discorso, di appena 18 minuti, avrebbe dovuto presentare all’assemblea il programma italiano, ma si è limitato a informare di aver consegnato il testo al presidente del Parlamento, d’altra parte non gli interessa fissare date e agende. Quel che gli sta a cuore: ritrovare, entro sei mesi, l’anima dell’Europa. Per Renzi, più importante dei dati economici è l’aspetto umano. Belle parole espresse per una volta in modo chiaro, facile da tradurre, ma quel che manca ai tedeschi è il “wie”, il come. Tutti vogliono la ripresa e trovare lavoro ai giovani, bisognerebbe però spiegare con quali mezzi.

A pagina 4, quella dei commenti, sempre il collega Gammelin si limita a trenta stringate righe con il titolo: “Lass nun auch endlich Taten sehen”, lasciaci dunque infine vedere dei fatti. E conclude: altrimenti il sogno di una nuova Europa si tramuterà in breve in un incubo. Sulla rivista “Focus” nel’edizione online, Peter Seidel ammonisce: Renzi sopravaluta le sue forze. Come la Grecia, l’Italia che non superato la crisi, come può trasformarsi nel motore dell’UE? Ma, certamente, il peso dell’Italia in Europa non può essere paragonato a quello di Atene.

Il “Münchner Merkur”, quotidiano locale, scrive: «Al vertice dell’Italia arrivano e se ne vanno i Silvio, i Marios e i Matteo, ma l’avversario si chiama sempre Angela. Adesso, purtroppo, anche Renzi non ha saputo resistere alla tentazione di mettersi in scena innanzi ai suoi connazionali come l’uomo forte che sa tenere testa alla Cancelliera. Più investimenti, più debiti, meno risparmi, è il Credo romano. Lo stesso che ha ispirato per anni la classe politica italiana_e ciò ha portato a una disoccupazione giovanile del 40 per cento, e al più grande debito europeo. E adesso dunque, più Matteo e meno Mutti», la mamma tedesca, l’Angela rigida e parsimoniosa.


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