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Tutti i tabù nel dibattito sul nucleare in Iran

Questa settimana è cominciata la maratona di negoziati sul nucleare in Iran. Entro il 20 luglio è necessario trovare un accordo per disinnescare la crisi e andare avanti nel programma iraniano. Nonostante l’importanza del tema, la discussione nella Repubblica islamica è stata povera e insufficiente.

ARGOMENTI IGNORATI

In un’analisi pubblicata da Business Insider, Michael Eisenstadt, senior fellow e direttore del programma militare e studi di sicurezza del Washington Institute For Near East Policy, spiega il silenzio in Iran sui rischi delle proprie politiche nucleari attuali. “Il dibattito pubblico sul programma è molto circoscritto, concentrandosi principalmente sul proclamato ‘diritto di arricchimento’ del regime e dei presunti benefici dell’energia nucleare e della tecnologia”, ha ricordato. Restano fuori argomenti delicati che riguardano la vulnerabilità territoriale: incidenti, terremoti, terrorismo o attacchi militari.

ZONA NUCLEARE

Non si discute neanche sulla possibilità che “l’attuale programma nucleare (a scopo bellico, ndr) potrebbe stimolare gli Stati confinanti a perseguire una scelta simile”, ha aggiunto Eisenstadt.

Ecco una mappa sulla vulnerabilità del nucleare iraniano pubblicata dal Washington Institute For Near East Policy

mappa iran

AGENDA POLITICA

Può sembrare irrealistico ma, secondo Eisenstadt, una discussione su questi temi in Iran potrebbe influire sulla politica del governo “dato il modo in cui la questione nucleare è stata politicizzata dal regime e la misura in cui il regime controlla il dibattito pubblico su questo argomento. Tuttavia, l’esperienza ha dimostrato che, nonostante le sue tendenze autoritarie, la Repubblica islamica a volte è sensibile per l’opinione nazionale”.

LEADERSHIP DIVISA

La leadership iraniana sembra divisa tra quelli che potrebbero essere disposti, almeno per ora, ad accettare limitazioni sul programma dell’Iran e quelli che preferiscono un modello riorganizzato rapidamente per produrre in modo vincolato armi nucleari. Secondo Eisenstadt, “una messa in onda pubblica di rischi e pericoli derivanti dal programma nucleare potrebbe alterare i termini del dibattito e favorire la Repubblica islamica nell’esercitare una maggiore moderazione nelle sue parole e azioni”.

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