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Effetti veri, presunti e potenziali delle nuove norme sull’Opa

Un’Opa più facile? Non necessariamente. L’intento delle nuove normative in merito all’Offerta pubblica di acquisto era questo, a voler essere buoni. Ma molti commentatori, a partire da Oscar Giannino, sono convinti del contrario: la normativa, scrive in un tweet il giornalista economico, ha “effetto opposto ai desideri: ostacoli a investitori istituzionali, nessun incentivo a venire in Italia”.

LA NUOVA OPA
In sintesi, le nuove regole prevedono una soglia più bassa, al 20% rispetto a quella attuale del 30% contemplata nel Tuf, per le società che non sono pmi. “Lo prevede – scrive Repubblica – un emendamento dei relatori, Massimo Mucchetti (Pd) e Giuseppe Marinello (Ncd), presentato al dl competitività nelle commissioni industria e ambiente del senato. Il nuovo obbligo di Opa scatterà per “chiunque, a seguito di acquisti, venga a detenere una partecipazione superiore alla soglia del 20% in assenza di altro socio che detenga una partecipazione più elevata”. Una situazione che, per esempio, riguarderebbe Telecom”. Che sarebbe, secondo alcuni, la destinataria privilegiata della norma. Le pmi hanno invece la facoltà di stabilire nel proprio Statuto la soglia oltre cui scatta l’obbligo di Opa, nella forchetta tra il il 20% e il 40%.

IL VOTO PLURIMO
“Nell’ottica di favorire e semplificare l’accesso al mercato dei capitali di rischio, soprattutto da parte delle piccole e medie imprese”, si legge nella relazione di Mucchetti e Marinello, nel dl sono previste modifiche anche al voto plurimo. “Eliminato dal codice civile il divieto all’emissione di azioni a voto plurimo … e la preclusione per le società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio di emettere azioni con voto scaglionato o con diritto di voto limitato ad una misura massima”.

… CHE ABBATTE LA DEMOCRAZIA FINANZIARIA
Il principio del voto maggiorato mette in discussione l’intero impianto del nostro codice civile che si basa sul principio che a ogni azione corrisponda un voto. “Già dal 24 giugno – si legge sul sito investireoggi.it – il governo Renzi aveva fatto entrare in vigore una norma che consente agli statuti societari di emettere azioni con voto plurimo, fino a un massimo di due voti per ciascun titolo, purché l’azionista lo detenga ininterrottamente per almeno 24 mesi. Adesso, si parla di elevare il voto maggiorato a un massimo di 3 per azione”. Se l’abbassamento della soglia al 20% è una norma pro Telecom, il voto Plurimo potrebbe essere stato pensato per consentire allo Stato di fare cassa con la cessione delle partecipate pubbliche senza perderne di fatto il controllo.

PERCHÉ SI OSTACOLANO LE SCALATE

L’effetto di queste modifiche sarà una sempre maggior chiusura dell’Italia rispetto al mondo degli istituzionali esteri, secondo alcuni addetti ai lavori. Persino la soglia al 20% è un deterrente, perché rende più rischiose le scalate. Ma è soprattutto il voto plurimo e maggiorato a rappresentare una barriera: se è possibile che ogni azione valga tre voti, un azionista può contare per il 51% con il 7% del capitale.
È pur vero che nel mondo anglossassone e nel Nord Europa il voto plurimo esiste, ma va considerato che la maggior parte delle quotate in Usa e Regno Unito sono società ad azionariato diffuso, diversamente dalle nostre società che sono nella quasi totalità dei casi dominate da un socio forte e quindi blindate. Si tratta di norme, scrive ancora investireoggi.it: “rappresenteranno fattori di immobilismo per il già patetico e asfittico capitalismo italiano senza capitali. Dovrebbe chiamarsi dl sul protezionismo finanziario, non certo per la competitività”.

PARERI DISCORDANTI
Secondo il Sole 24 Ore, invece, la novità “per la relazione Borsa-impresa è quasi una rivoluzione, infilata un po’ in sordina in un decreto omnibus. Se l’impianto della riforma dell’Opa e del voto multiplo sulle azioni resterà quello uscito ieri dalle Commissioni del Senato, le blue chip di Piazza Affari diventeranno un po’ più contendibili, le Pmi potranno scegliere di esserlo un po’ meno, e il giudizio del mercato peserà comunque di più”.

Staremo a vedere.


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