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Uno spassionato consiglio al Berlusconi assolto

Silvio Berlusconi, dopo l’assoluzione della corte d’appello di Milano, ha inviato oggi ai suoi sostenitori il seguente messaggio:

“Sono profondamente commosso: solo coloro che mi sono stati vicini in questi anni sanno quello che ho sofferto per un’accusa ingiusta e infamante.

Per questo il mio primo pensiero oggi va ai miei affetti più cari, che hanno sofferto con me anni di aggressione mediatica, di pettegolezzi, di calunnie, e che mi sono stati accanto con serenità e affetto ineguagliabili.

Un pensiero di rispetto va poi alla Magistratura, che ha dato oggi una conferma di quello che ho sempre asserito: ovvero che la grande maggioranza dei magistrati italiani fa il proprio lavoro silenziosamente, con equilibrio e rigore ammirevoli.

Penso anche ai tanti, tantissimi amici, collaboratori, sostenitori, e soprattutto ai milioni di italiani che hanno continuato a credere nelle nostre battaglie politiche e a starmi vicino nonostante tutti i tentativi di infangare il mio nome e la mia onorabilità.

E’ grazie a loro che ho potuto resistere, sul piano umano e sul piano politico.

E infine un caloroso ringraziamento ai miei avvocati, al prof. Coppi, all’avv. Dinacci, all’avv. Ghedini e all’avv. Longo che hanno saputo fare il loro lavoro non soltanto con altissima professionalità e competenza, ma anche con quella passione civile, con quella sensibilità umana, con quella sete di verità che hanno dato ancora più valore al loro eccellente lavoro.

Da oggi possiamo andare avanti con più serenità. Il percorso politico di Forza Italia non cambia. Credo che questo sia nell’interesse dell’Italia, della democrazia, della libertà.

Silvio Berlusconi

Anch’io mi associo a coloro che vedono in questa sentenza il riconoscimento di fatti che, solo una lettura svolta con malevolo pregiudizio, aveva potuto ricondurre ad ipotesi di reato. E con quale dura condanna sentenziata in primo grado!
Sono evidenti le fratture irrimediabili presenti nella magistratura milanese. Spiace che da questa vicenda si sia costruita una demonizzazione personale di un leader degna della storia della colonna infame e che tanto male ha causato all’interessato, alla sua famiglia e a tutto il Paese.
Detto, questo, però, vorremmo sommessamente suggerire al Cavaliere di abbandonare le residue velleità di impegno politico.
E’ tempo di ricomposizione su basi nuove e diverse dell’area dei moderati e dei riformisti liberali italiani.
Se il PD si è affidato alla guida di Matteo Renzi, espressione di una confusa e contraddittoria linea politico culturale, anche il centro-destra ha bisogno di un nuovo inizio.
Al renzismo senza omogeneità di cultura politica e al berlusconismo sul viale del tramonto, serve presentare al Paese una nuova proposta politica democratica, laica, popolare, riformista, europeista, transnazionale, ispirata ai valori dell’umanesimo cristiano, suscitatrice di una speranza all’Italia che sta arrancando verso la disperazione.

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