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Tempo di lauree

Quando hai avuto la fortuna di avere un padre dotato di grande visione il tuo percorso universitario prima e lavorativo dopo non può che essere tutto rose e fiori. Tuo padre te lo ripeteva fino allo sfinimento. – Vedrai – diceva il genitore – Il giorno stesso della laurea a Torino, al Politecnico, ci sarà la fila di quelli che ti offriranno un posto di lavoro. Aziende italiane e straniere. Pieno così – diceva, accompagnando il refrain con il gesto della mano destra, quello che si fa quando si indica a qualcuno lo stringimento del culo per la paura.
I gesti, si sa, essendo pre-logici nella loro atemporalità schiudono e smorfiano l’imprevedibilità dei tempi e delle situazioni.
Ovviamente non trovi nessuno ad aspettarti che smania dall’offrirti un posto di lavoro. C’è, si e no, il solito drappello di invitati, il minimo sindacale specie nei caldi e afosi giorni di fine Luglio quando buona parte dei tuoi colleghi di corso sono già partiti per le vacanze e che si congratuleranno con te solo via telefono o posta elettronica.

Giusto oggi, nel nuovissimo bar del Politecnico bellissimo, alcune delegazioni di neo-laureati con drappello di invitati al seguito (parenti e amici) dopo non aver trovato nessuno nell’Aula Magna dopo la ormai seriale proclamazione, si sono ritrovate per l’aperitivo. L’unico momento in cui si fa la fila, giusto per trovare un tavolo. Dove, appunto, il genitore un po’ attempato fa al figlio il gesto, quello che va bene anche per indicare lo stringimento del culo per la paura. Per dire che forse non era il caso di prenderlo subito l’aperitivo perché ci sarebbe stata troppa confusione.



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