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Alitalia-Etihad, storia di un matrimonio

A tre settimane dall’arrivo di James Hogan a Roma per la presentazione della rotta Roma-Abu Dhabi, il numero uno di Etihad è di nuovo nella nostra capitale per un’altra occasione, molto più importante: la firma dell’accordo di investimento di 1758 milioni di euro finalizzato al potenziamento della nostra compagnia di bandiera.

PARLA JAMES HOGAN
“Se siamo qui è perché ci piace l’Italia e crediamo in Alitalia. È un marchio forte e ha un potenziale enorme”, spiega Hogan alla conferenza stampa successiva alla firma. “Con il rafforzamento del marchio, la compagnia aerea testimonierà in modo sempre più evidente tutto ciò che riconosciamo come la quintessenza dell’Italia – la sua storia, la sua cultura, il suo cibo e la sua moda – e Alitalia è il perfetto ambasciatore del Paese e di tutto ciò che rappresenta”. Parole dal sapore di ottimismo e speranza, in linea con l’iniezione di fiducia declamata dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi al termine della riunione tra il governo e i vertici di Etihad.

UNA DORSALE DALL’EUROPA ALL’AUSTRALIA
“Siamo una linea globale con una visione globale e consideriamo l’Italia un partner fondamentale per accrescere la nostra rete – prosegue il ceo della compagna emiratina – l’Italia è il quarto Paese più visitato al mondo e Etihad ha la possibilità di raggiungere più di un miliardo di persone in Medio ed Estremo Oriente e grazie a questo accordo l’Italia potrà favorire di questo grande network. Insieme avremo la forza di due compagnie con l’obiettivo di creare una dorsale che va dall’Europa all’Australia”. Si inizierà con il rafforzamento del collegamento con Abu Dhabi per raggiungere più destinazioni possibili, in modo da sfruttare la crescita del traffico tra Italia ed Emirati.

LA FILOSOFIA DEL WIN-WIN
A chi si interroga sul perché dell’investimento in Alitalia, Hogan risponde: “Se non avessimo creduto nel successo di questo accordo oggi non saremmo qui. Investiamo in questa compagnia senza possedere una strategia di uscita, ma saremo partner e collaboreremo insieme e cresceremo insieme”. Hogan sa che aspettano loro decisioni molto difficili nei prossimi mesi, ma afferma con convinzione che le due compagnie aeree devono vincere insieme secondo la filosofia del win-win, “si deve vincere insieme, Alitalia ed Etihad devono alzarsi dal tavolo dei negoziati entrambi con il sorriso sulle labbra”.

QUESTO MATRIMONIO S’HA DA FARE
Quando l’amministratore delegato di Alitalia prende la parola, racconta la lunga trattativa come “un fidanzamento contrastato, ci si prende, ci si lascia e ci si ritrova, ci siamo scelti e conosciuti in questi lunghi mesi di analisi, abbiamo capito che c’era affinità”. “Siamo molto orgogliosi di essere la prima compagnia che ha stretto un accordo con Etihad” prosegue Gabriele Del Torchio, “le condizioni di mercato sono cambiate con l’internazionalizzazione e stringere alleanze internazionali è l’unica rotta perseguibile, per questi motivi l’accordo vuol dire molto per l’Italia”.

Nella sua visione Alitalia riflette le capacità del Paese: qualche volta discende a precipizio ma poi risale sempre, “ci saranno cambiamenti ma si lavorerà per un futuro più sicuro, noi vogliamo che gli italiani tornino a essere orgogliosi del loro Paese” – conclude Del Torchio. “È una nostra abitudine credere di essere sempre secondi e di non poter rischiare mai”, gli fa eco Roberto Colaninno, presidente Alitalia, affermando che “l’operazione di oggi è difficile ma non impossibile”.

LE DOLENTI NOTE
Tra le decisioni più difficili, al primo posto i tagli. “Siamo riusciti a portare il numero degli esuberi da 2200 a 2000, con la prospettiva di nuovi posti di lavoro ad Abu Dhabi e opportunità fuori dall’Italia, stiamo lavorando per ridurre questo numero” incoraggia Del Torchio ricordando che “Alitalia è un grande brand e i sindacati hanno firmato l’accordo all’unanimità, perciò questo non può che spingerci a ricostruire insieme”.



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