Dopo essere calato a sorpresa di tre decimi a giugno, il tasso di disoccupazione è salito in egual misura a luglio, tornando al 12,6% ovvero al livello di maggio (molto vicino al massimo storico di 12,7% toccato lo scorso novembre).
La salita di luglio è dovuta al calo dello 0,2% m/m degli occupati (dopo due mesi di aumento), nonché all’aumento di un decimo delle forze di lavoro. L’occupazione cala unicamente nella componente maschile. La disoccupazione giovanile è scesa dai massimi, al 42,9% dal 43,7% di giugno.
L’indagine sulle forze di lavoro ha mostrato che nel 2° trimestre 2014 il tasso di disoccupazione (in termini destagionalizzati) è sceso di un decimo al 12,5% (in linea con le attese), dal 12,6% (rivisto al ribasso di un decimo) dei primi tre mesi dell’anno. Rispetto ad un anno prima, si è quasi azzerata (-0,1% a/a) la diminuzione tendenziale nel numero di occupati. Da notare che l’occupazione è in aumento al Nord e al Centro ma in calo nel Mezzogiorno, e stabile per gli uomini e viceversa in calo (-0,2% a/a) per le donne. Si conferma invece la divergenza tra occupati in crescita al di sopra dei 50 anni e in diminuzione al di sotto di tale soglia, e tra occupazione italiana in flessione e occupazione straniera in aumento.
Lo spaccato per settore mostra una ripresa tendenziale nell’industria (+2,8% a/a), mentre prosegue la contrazione nel terziario (-0,6% a/a) e soprattutto nelle costruzioni (-3,8% a/a). Restano in calo su base annua gli occupati a tempo pieno, mentre continua ad aumentare il part-time (+1,9% a/a), che in quasi due terzi dei casi è involontario. Mentre prosegue la flessione dei dipendenti a tempo indeterminato (-0,3% a/a), cresce, per la prima volta dopo cinque trimestri, il numero dei dipendenti a termine (+3,8% a/a; tuttavia, continua la diminuzione dei collaboratori). Ancora in calo il numero di inattivi: si mettono alla ricerca di un lavoro principalmente donne ultracinquantacinquenni.
In sintesi, il dato mostra che il mercato del lavoro resta in una situazione di grande debolezza: rimangono preoccupanti i numeri non solo sulla quantità ma anche sulla “qualità” dell’occupazione; inoltre, aumentano i divari territoriali. In ogni caso, l’aumento della disoccupazione di luglio non deve destare eccessiva preoccupazione, come non aveva suscitato entusiasmo il calo di giugno: al di là della volatilità su base mensile, il mercato del lavoro è in via di stabilizzazione. Riteniamo che anche per l’occupazione il peggio sia passato, e che difficilmente il tasso dei senza-lavoro salirà significativamente rispetto ai recenti massimi. Tuttavia, visto che ancora non si è materializzata una vera e propria ripresa del ciclo, nemmeno ci attendiamo un calo apprezzabile rispetto agli attuali livelli, molto vicini ai massimi storici.