Matteo Renzi non ha ascoltato il richiamo del Generale Agosto. La sua prima estate a Palazzo Chigi meritava d’altronde di essere vissuta intensamente. Le tante interviste, le apparizioni, gli interventi: sono tutti segni di una comunicazione molto accurata che non vuole lasciare nulla al caso e che guarda principalmente all’opinione pubblica. Ma, c’è un ma.
Dopo le tante critiche (comprese quelle su Formiche.net), il presidente del Consiglio sembrerebbe aver compreso l’importanza della politica estera e la necessità che l’Italia abbia una posizione chiara (e forte, se possibile) in Europa ma anche nel rapporto con gli Stati Uniti. Ieri e oggi ha collezionato telefonate importanti con Obama ma anche con il presidente dell’India Modi (con il quale speriamo abbia parlato anche dell’affaire Finmeccanica), quello turco Erdogan e da ultimo quello ucraino Poroshenko.
Proprio quest’ultimo contatto è il segno che Renzi ha colto l’importanza che per gli Usa rappresenta il dossier Kiev. In questi primi mesi di governo, sia la Farnesina che lo stesso Palazzo Chigi hanno tenuto una posizione a dir poco ambigua nella relazione con Putin. La Russia rappresenta un partner importantissimo per l’Italia (dal punto di vista energetico, ma non solo) e sono numerosi nei Palazzi romani ad auspicare una posizione più egoista del nostro Paese a favore di Mosca.
Ora, Renzi sembra aver voluto prendere una posizione più chiara e più “europea” oltre che filo atlantica. Per parte sua la Mogherini corre il rischio di risultare se non sconfessata almeno marginalizzata. In realtà, nell’idea di Renzi non manca forse il retropensiero per cui sia proprio il suo ministro degli Esteri la principale beneficiaria del suo interventismo agostano.
In ogni caso, ora che Renzi è sceso nel campo delle relazioni internazionali, la cosa importante sarà tenere il punto e una linea coerente. Sarà #lavoltabuona della politica estera italiana? Formiche.net cercherà di raccontarlo senza sconti né gufismi.
