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Ecco in quali settori casca di più la fiducia delle imprese

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Come la fiducia dei consumatori, anche il morale delle imprese è calato significativamente ad agosto. Nel manifatturiero, l’indice è sceso a 95,7 da 99,1 (rivisto al ribasso di sei decimi) di luglio. Si tratta della terza flessione consecutiva, che azzera i progressi fatti nei 12 mesi precedenti. Per trovare un calo più accentuato occorre risalire a settembre del 2011.

L’INDAGINE

Il dettaglio dell’indagine è uniformemente negativo: si attenua in misura decisa l’ottimismo sulle
prospettive di ordini e produzione che si era formato in primavera, e diventano più negative le valutazioni sugli ordinativi correnti, in particolare sul mercato domestico (stabili quelle sull’output). Soprattutto, crollano le attese sull’andamento dell’economia, che tornano ai livelli di febbraio dopo il deciso miglioramento dei mesi primaverili. In calo anche le aspettative sull’occupazione (ai minimi dallo scorso anno).

IL RIMBALZO DELLE SCORTE

Da notare il rimbalzo delle scorte: per la prima volta da oltre un anno, le imprese segnalano
un’eccedenza dei magazzini, il cui saldo sale ai massimi dal 2011. Un segnale del fatto che le aspettative di ripresa della domanda non si stanno concretizzando.

LE ATTESE SUI PREZZI

Infine, le attese sui prezzi praticati tornano in territorio negativo (dopo tre mesi di stabilità).
 Un altro segnale negativo è che, a differenza che nei mesi scorsi, ad agosto il peggioramento del clima di fiducia è generalizzato e riguarda tutti i raggruppamenti principali di industrie oltre che le diverse aree geografiche.

DOVE CALA LA FIDUCIA

La fiducia delle imprese è calata anche al di fuori del settore manifatturiero: a 77 da 83 nelle
costruzioni, a 87,5 da 92,3 nei servizi di mercato e a 98,3 da 101,4 nel commercio al dettaglio. Di
conseguenza, l’indicatore sintetico dell’Istat sulla fiducia delle imprese (costruito come media ponderata del morale nel manifatturiero, nei servizi, nelle costruzioni e nel commercio al dettaglio) ha fatto segnare un calo a 88,2 da 90,8, tornando in pratica al livello di giugno (poco al di sotto della media degli ultimi sei mesi).

IN SINTESI
I risultati dell’indagine sono molto negativi, in particolare nel settore manifatturiero,
considerato maggiormente anticipatore del ciclo (meno preoccupante è la flessione dell’indice complessivo di fiducia delle imprese). Il punto è che il maggior ottimismo emerso dalle indagini di fiducia tra la primavera del 2013 e quella del 2014 non si era tradotto in un miglioramento significativo dei dati di produzione industriale e PIL; pertanto, ora che il morale (sia delle imprese che delle famiglie) è in via di ripiegamento, risulta ancora più arduo vedere progressi nei dati reali.

Come per la fiducia dei consumatori, il calo di agosto potrebbe essere stato condizionato da un fattore una tantum come il clima (con i suoi effetti in particolare su turismo e agricoltura). E’ possibile che abbiano avuto un ruolo anche i timori della necessità di una correzione fiscale con la prossima Legge di Stabilità (non è da escludere infatti una potatura delle agevolazioni per le imprese).

In ogni caso, il dato segnala rischi verso il basso sulla nostra stima di un rimbalzo (peraltro modesto: 0,2% t/t) del PIL nel trimestre estivo dopo la “recessione tecnica” vista a sorpresa nella prima metà dell’anno.

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