Nel mondo assistiamo a crisi di ogni tipo. In questo spazio, ormai per me fondamentale, ho scritto contro la guerra. Lo ho fatto a prescindere da “chi” la guerra l’ha iniziata, voluta, continuata e ingigantita.
Questo spazio mi è testimone. Ho scritto della grave situazione in Ucraina, a marzo in due articoli: “Putin vuole invadere la Crimea? L’UE intervenga” e “Putin spaventa l’occidente, venti di guerra alle porte d’Europa“. Non mi sono poi tirato indietro, quando Israele ha deciso di attaccare Gaza, e lo ho fatto con molti interventi.
Nel primo chiedevo a Israele di fermare la rappresaglia dopo l’omicidio dei tre ragazzi ebrei, che poi si è scoperto non essere stato commesso da Hamas, a cui ha fatto seguito l’orribile omicidio e supplizio del giovane sedicenne palestinese, ad opera di un gruppo di ebrei estremisti e nazionalisti. Ho continuato a scrivere: “Israele e palestina: quando la pace?” e ho documentato l’inizio dell’invasione di terra di Israele a Gaza.
Ho poi riportato dei due interventi Onu per l’apertura di una commissione d’inchiesta su possibili crimini di guerra compiuti da Israele a danno del popolo di Gaza con il bilancio terribile delle numerose vittime innocenti.
Ho cercato di mobilitare anche la Politica, per quanto mi era possibile, facendomi promotore di due comunicati ufficiali, uno nel PD Germania, sulla situazione in Ucraina e uno dal PD Berlino, sulla situazione a Gaza.
E non ho dimenticato la gravissima situazione in Siria, dove ora è calato il silenzio generale.
Il filo rosso di questi articoli, per lo meno del mio pensiero su queste crisi, è che al di là delle motivazioni che vengono portate da una parte e dall’altra, la risposta che occidente e oriente dà è sempre quella sbagliata: guerra. La guerra, a prescindere da chi la muove, è sempre sbagliata. La violenza è sempre sbagliata. La giustizia e la verità non si affermano con i missili. A pagare le conseguenze saranno sempre e solo gli innocenti, spesso le donne e soprattutto i bambini.
Il Papa dice una cosa sacrosanta, e lo fa con la sua consueta umiltà e semplicità: “è lecito fermare l’aggressore ingiusto. Sottolineo il verbo: fermare non dico bombardare, o fare la guerra. Dico fermarlo” e aggiunge che i mezzi “dovranno essere valutati” poiché “fermare l’aggressore ingiusto è lecito” ma aggiunge “dobbiamo avere memoria” ed è questo il punto cruciale: dobbiamo avere memoria!
Eppure, in questi settant’anni, dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando si pensava di aver superato gli orrori, dopo aver toccato il fondo, come esseri umani, la memoria è andata persa o è stata ingannata. Di orrori ben peggiori ne abbiamo visti, purtroppo.
Parole di verità e chiarezza, che pioveranno come acqua gelata sulle teste degli americani, che nel discorso vengono sottesi: “una sola nazione non può giudicare”.
Dobbiamo tutti impegnarci per la pace, che è libertà dalla guerra, ma non solo. Anche libertà dall’odio, dalla rabbia, dalle bugie e dagli interessi che prevaricano la vita, dall’egoismo e dallo sfruttamento.
Non c’è pace senza consapevolezza del valore della dignità degli esseri umani. Quando impareremo la lezione?