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Fiat e Ferrari, le vere mire di Elkann e gli attapiramenti di Montezemolo

Che succede in casa Fiat? O meglio: c’è del freddo anche tra John Elkann e Luca Cordero di Mintezemolo, oltre che tra Sergio Marchionne e il presidente di Ferrari? Alcuni fatti e atti inducono a questi interrogativi non proprio peregrini.

L’ANNOTAZIONE DI REPUBBLICA

Ha notato oggi Paolo Griseri sul quotidiano la Repubblica: “Non è piaciuto a Maranello il modo con cui nella recente assemblea degli azionisti John Elkann ha giustificato con «motivi di equilibrio» l’uscita del presidente di Ferrari dal cda della nuova Fca. La decisione era stata ovviamente preannunciata a Montezemolo e da lui condivisa. Non è stato apprezzato invece il modo con cui è stata comunicata. C’è infatti chi ricorda che all’inizio di maggio a Detroit la presentazione del piano industriale di Ferrari venne fatta da Sergio Marchionne che giustificò l’assenza di Montezemolo e ne apprezzò pubblicamente il lavoro svolto. Elkann, al contrario, non ha avuto parole di riconoscenza nei confronti del numero uno di Maranello. Segno che i rapporti tra il Lingotto e l’Emilia attraversano una fase tempestosa”.

L’ANALISI DI BERTONE

Ecco quello che pensa Ugo Bertone, uno dei giornalisti di economia e finanza che più a seguito il mondo Fiat anche quando è stato per anni inviato di punta del quotidiano torinese La Stampa. Bertone riconosce che John Elkann non ha dedicato, in occasione dell’assemblea una sola frase di ringraziamento per Luca di Montezemolo che è stato, per sei anni, il presidente della Fiat “che gli ha tenuto in caldo il posto nell’attesa che il delfino si rivelasse maturo per l’incarico”. Di qui – secondo Bertone, ora firma di Libero e del Foglio – “il malumore di mister Ferrari, abbastanza uomo di mondo per capire che, prima o poi, il presidente del gruppo voglia sedere ai vertici di Maranello (il miglior biglietto da Visita per i mercato Usa), ma attento al rispetto di regole e metodi in linea con la Fiat dell’Avvocato”.

IL CORSIVO DI MILANO FINANZA

Una lettura, quella di Bertone, non troppo collimante con gli umori di un corsivo non firmato del quotidiano MF/Milano Finanza: “non una parola di ringraziamento a Montezemolo nel comunicato ufficiale. Come per Gabetti al momento dell’uscita dai vertici operativi o a quello della completa assoluzione. La gratitudine non è di questo mondo? No a Torino non lo è – conclude il quotidiano – e dov’è finito il vecchio stile Agnelli, almeno quello un tempo autentico?”.

LE PROSSIME MIRE DI ELKANN

Dice Bertone: “John Elkann, con metodo, procede all’eliminazione dei cordoni ombelicali: è già successo con Gianluigi Gabetti, che lo ha accompagnato nell’ascesa in Exor, ora tocca a Montezemolo. Le leggi del business possono essere spietate. E’ comprensibile il malumore di Montezemolo, urtato, pur dopo i pingui assegni incassati in questi anni, dall'”ingratitudine” di Elkann. Ma il nuovo mister Fca sa di muoversi in un mondo che non fa sconti nemmeno a lui”.

I DOSSIER FIAT, STAMPA E FERRARI

Infatti pochi giorni fa – come ha notato Antonella Olivieri del Sole 24 Ore – la nuova governance imposta a Fca (dove i voti di Exor conteranno per il 46% d contro il 30% posseduto) potrebbe essere bocciato dai diritti di recesso; e per questo oggi il titolo è cascato in Borsa: “Ma, per ora – spiega Bertone – Elkann ha preso atto che Fiat è ormai entrata in un’orbita internazionale e, di riflesso, Exor è più leggera rispetto allo scacchiere italiano. Di qui la spinta sull’editoria (Stampa-Secolo XIX, licenziamento a termine di De Bortoli), magari l’assunzione in prima persona della leadership in Ferrari”. In sintesi, una volta assicuratosi il potere, il nuovo leader vuole occupare in Italia – dice Bertone – “le caselle della leadership che fu del nonno”.


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