Buffetti sui risultati economici del passato, ramanzine su acquisti delle precedenti gestioni, vendita di società e uscite di personalità di rilievo dal gruppo. Il nuovo capo azienda del gruppo Finmeccanica, Mauro Moretti, non vuole smentire la sua fama di personaggio duro e schietto.
Ecco alcune delle prime stilettate dirette e indirette della gestione Moretti che riguardano il passato anche recente del gruppo di Piazza Montegrappa.
LA NUOVA STRADA PER I TRASPORTI
E’ rimandata a fine agosto la presentazione delle offerte di acquisto per AndaldoBreda e la quota di Ansaldo Sts, perché due società interessate (Bombardier e Hitachi) hanno chiesto un mese in più, ha detto Moretti agli analisti a Londra venerdì scorso. Moretti non se ne dispiace troppo. Infatti il capo azienda del gruppo non vuole vendere AnsaldoBreda a tutti i costi, anzi: “I risultati di AnsaldoBreda sono buoni. Alla fine dell’anno prossimo la società raggiungerà il break even. Ci aspettiamo delle buone offerte”. Parole ben diverse da quelle del suo predecessore, Alessandro Pansa, che descrivevano AnsaldoBreda come una zavorra di cui liberarsi al più presto. Quella di Moretti è mera tattica negoziale per spuntare prezzi più alti oppure una retromarcia strategica rispetto al settore dei trasporti? La domanda avrà risposta nelle prossime settimane. Anche se Moretti a Londra con gli analisti ha aggiunto: “Il nostro core business e’ l’aerospazio e la difesa. Non sono core business i trasporti, gli autobus”.
MORETTI SFATA IL MITO FATA
Le cronache hanno riportato solo poche righe, eppure la decisione di Moretti di mettere in vendita la controllata Fata non è di poco conto per i segnali interni ed esterni che implica una tale scelta per l’azienda torinese che progetta e produce impianti industriali ed è attiva anche all’estero in zone calde. Le prime ripercussioni ci sono già state. Non sono state smentite le voci secondo cui il presidente di Fata, Ignazio Moncada, personaggio di rilievo e della vaste relazioni tra politica, servizi e business, si sarebbe dimesse in seguito alla scelta di Moretti. Moncada, ha scritto Gianni Dragoni del Sole 24 Ore, era considerato un “inamovibile” fin da quando arrivò nel gruppo Finmeccanica grazie ai buoni uffici e alla vicinanza con ambienti socialisti e in particolare grazie ai rapporti con Gianni De Michelis e Giuliano Amato, come rimarcò anni fa un pezzo-ritratto del settimanale il Mondo. Ha aggiunto Dragoni: “Moncada era considerato anche un “King maker” nelle nomine del vertice di Finmeccanica per le sue relazioni anche con servizi segreti e massoneria”.
QUESTIONE DI GOVERNANCE
Moncada non ha dunque resistito alla nuova impostazione di Moretti sulla governance. Il nuovo assetto prevede la riduzione a tre componenti nei cda delle controllate e la sostituzione di tutti gli esterni e i pensionati con contratto di cocopro. I presidenti ora sono tutti dirigenti del gruppo, ha rimarcato il nuovo amministratore delegato. La prospettiva è quella di azzerare tutti i cda delle controllate al 100% per farne delle divisioni a diretto riporto di Moretti. Le società non sottoposte a questo processo sono quelle sottoposte a verifica strategica (settore Trasporti e FATA), le Joint Venture internazionali nello Spazio (Thales Alenia Space e Telespazio) e nella missilistica (MBDA) e DRS Technologies (in regime di Proxy)
RAMANZINA SU DRS
I buffetti di Moretti sono indirizzati anche ad alcune scelte compiute dall’ex numero uno del gruppo Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini. L’obiettivo è l’acquisto della società americana Drs. Moretti vuole venderla? “Non è esclusa al momento alcuna opportunità”, ha risposto il capo azienda nominato dal governo Renzi. “Non so tutto su Drs – ha confessato Moretti – so solo che il prezzo cui è stata pagata è stato incredibile rispetto al valore attuale”, ha detto con una indiretta critica a Guarguaglini. Comunque, ha aggiunto Moretti, “e’ sicuramente una buona opportunità avere una società del gruppo negli Stati Uniti, ma solo se c’è redditività”.
UN GRAFICO-BUFFETTO
Un rilievo indiretto alla passata gestione di Alessandro Pansa è arrivato, secondo gli analisti presenti a Londra, da un grafico che i nuovi vertici del gruppo hanno mostrato In cui si vede che, escludendo le plusvalenze per operazioni straordinarie, Finmeccanica aveva una perdita di 649 milioni nel 2013, 943 milioni nel 2012, 2.728 milioni nel 2011. “C’era un utile di 556 milioni nel 2010, l’ultimo anno in cui ha avuto piena responsabilità della gestione Pierfrancesco Guarguaglini”, ha rilevato il Sole.